Lavezzi che ti aspetti. Che ormai ti aspetti: un leader. Perché ha i piedi fatati e li ha anche piantati a terra. Perché lui è un uomo squadra e la testa e la lingua, a 26 anni, non viaggiano più veloci come un tempo. Istinto e ragione. Finanche Al Pacino-Carlito Brigante, impavido dominatore delle strade di New York, ammise che a un certo punto bisognava frenare. Beh, il Pocho l’ha già fatto. Ed è cresciuto in maniera impressionante: «Buon giorno. Il pareggio di ieri fa male» . Ieri ha cominciato così, la sua giornata. E, poi, ha nominato il più forte del Napoli dal punto di vista tecnico: «Marek Hamsik».
IL MONITO – E allora, a tutto Lavezzi. Il giorno dopo Napoli-Juve, quello di un primo tempo mostruoso, dell’ennesimo rigore procurato e dello zampino nell’azione del primo gol dello slovacco, Ezequiel ha inviato un messaggio a se stesso, a tutta la squadra e anche al popolo azzurro dall’immancabile Twitter: «Dopo aver segnato il 3-1 avremmo potuto gestire meglio la partita con la Juve. Comunque, continuiamo così, perché crediamo che sia la strada giusta!!» . Con due punti esclamativi, tanto per far capire meglio che crede in quel che dice e scrive.
LA MATURITA’ – Parole che valgono oro. E di cui il Napoli dovrà fare tesoro. E se il concetto è parso chiaro a tutti, compagni compresi, già nel corso della partita, è altrettanto vero che leggere un’autocritica pubblica del gioiello azzurro è un segnale fondamentale di maturità.
Lavezzi, del resto, è un sincero. Un generoso vero in campo e fuori. Anzi, è una persona vera: pane al pane, insomma. Non si risparmia. Non si nasconde mai. E l’equilibrio raggiunto è pari ai tatuaggi che ormai gli coprono tutto il corpo. A proposito: sarebbero una cinquantina, 50, sì, secondo quanto si apprende su GQ. Che nel numero in edicola oggi pubblica un servizio sul Napoli, con foto e lunga intervista a Lavezzi firmata da Paolo Sorrentino. Il regista di “This must be the place”. Un titolo adattato per l’occasione all’argentino: “This must be the Pocho”.
IL MIGLIORE – Un Pochomodello immortalato anche in rovesciata (su un letto king size). Che ride e scherza, si diverte e poi incorona un compagno: «Hamsik è quello tecnicamente più forte nel Napoli» . E ancora: «Io non mi dico mai di essere forte – si legge – mi dico che non sono superiore ma neanche inferiore. La testa è tutto nel calcio: posso essere stanco, ma se ci sto con la testa gioco bene» . Testa e gambe. Fondamentali per i suoi uno contro uno. L’avversario più tosto? «Chiellini» . Il primo duello è finito in parità. Appuntamento a Torino.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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