Arrabbiato, a dir poco. Lavezzi era infuriato a fine partita. Ha lasciato gli spogliatoi di corsa a fine partita. Con lui c’erano gli altri compagni argentini, Fernandez, Fideleff e Chavez. Ed a seguire, in fila indiana, Zuniga. «Pocho, come spiegare questa sconfitta? Perchè solo nel finale ci avete provato con tanta determinazione?» . Lavezzi procede a passo spedito verso il pullman. Tenta invano qualcuno in zona-mista a strappargli una frase. Macchè. Lavezzi abbassa la testa ed accelera. Anche Zuniga scappa ed a stento si limita ad un saluto. Si nota lontano un miglio che il Napoli ha incassato male questo secondo kappaò contro una squadra che lotta per la salvezza. Poi quando sta per uscire dal tunnel, gli chiedono ancora: «Sei arrabbiato?» . Ed a quel punto, Lavezzi si volta e replica: «Lo sono sempre quando non si vince. Sono arrabbiato, certo. E stavolta anche di più perchè pur in dieci avremmo meritato il pari» . E raggiunge il torpedone parcheggiato nel piazzale che accompagnerà la squadra all’aeroporto per fare subito rientro a Napoli perchè oggi è previsto un allenamento a Castevolturno e mercoledì c’è la sfida con il Bayern. La comitiva sta viaggiando con voli charter in tutte le trasferte proprio per rientrare immediatamente dopo le partite e trovarsi quindi pronti per prepararsi alla gara successiva.
IL CONDIZIONAMENTO – Dopo essersi sbloccato con l’Udinese, Lavezzi aveva ritrovato anche la forma fisica. Spariti ormai i fastidi al tallone. Era preparato per il tour di force. E sperava di uscire indenne dal “Massimino” dove aveva incrociava tanti connazionali dall’altra parte. L’impresa non è riuscita ed è andato su tutte le furie. La diffida l’ha condizionato non poco. Un’ammonizione ed avrebbe saltato la gara con la Juventus, una sfida che sente molto. Lavezzi evitava i contrasti. L’ha fatto sin dal primo minuto. Evidente il condizionamento psicologico. Il Pocho si limitava a partecipare alla manovra dei suoi ma senza il mordente necessario. Mai visto sbagliare tanto. Ad un certo punto, ha mandato persino la palla in fallo laterale dove si stava riscaldando Dzemaili, scambiandolo per un compagno libero di ricevere lo scarico. Poi nella ripresa, al due a uno del Catania s’è scatenato. E si è visto il vero Lavezzi. Avversari saltati come birilli. Assist per i compagni. Ed anche due conclusioni che avrebbero meritato migliore sorte. Poi ci si è messa anche la sfortuna con quella salvataggio a portiere battuto da parte di Spolli.
BAYERN E NAZIONALE – Ma già da oggi, l’argentino sbolirrà la rabbia. Ci tiene a mettersi in evidenza all’Allianz Arena. Mercoledì vorrebbere partecipare ad un’altra notte da protagonista come avvenne al San Paolo nella gara di andata. E poi c’è la nuova convocazione in Nazionale che lo aiuterà a ritrovare anche il morale. Lavezzi aspettava con ansia una chiamata dal ct Sabella. E’ arrivata nel momento opportuno: il Pocho ha ritrovato la condizione atletica, il gol ma ora prima di tutto viene il Napoli in Champions, l’occasione per dimenticare Catania, prepararsi per la Juve e poi riconquistare punti nella nazionale.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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