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Lavezzi si ferma, Mazzarri nei guai

Al posto del Pocho giocherebbe Zuniga e non Vargas

Il Pocho s’è arreso. Mancava poco alla fine dell’allenamento quando s’è fermato. A tradirlo la coscia sinistra. Una “strizzata” al retto femorale, lo stop, la preoccupazione e poi, lentamente e a testa ancor più bassa di come la ciondola lui quando cammina, il ritorno nello spogliatoio. Cattive notizie, dunque, alla vigilia del match con il Novara. Lavezzi non ci sarà e il Napoli e la partita perdono così uno dei protagonisti più annunciati.  Brutta faccenda, perché mai come in questo sprint di campionato dove c’è in gioco ancora la speranza dell’aggancio al terzo posto, il Napoli ha bisogno della voglia e della brillantezza d’ogni suo calciatore. Invece, fuori uno. Fuori uno dei tenori. Fuori, e così quasi di sicuro sarà anche nel recupero con il Lecce il giorno 25, proprio il tenore che più degli altri due è capace di mettere paura agli avversari con quella sua rapidità nel portar palla e quel dribbling buono a dare l’uomo in più. Ma tant’è.

MAZZARRI DEVE PENSARCI – Scherzo maligno della sorte, Mazzarri dovrà rifare i conti. Ovvero: dovrà rivedere la formazione che da giorni aveva in mente. La squadra, infatti, era già bella e fatta: titolarissimi in campo e nessun problema più di scelta. Ora, invece, s’è purtroppo “liberato” un posto e questo porterà inevitabilmente a degli spostamenti di uomini e di ruoli, visto che non sembra trovar credito l’ipotesi di dare spazio al giovane Vargas al posto di Lavezzi e via così.  E non bastasse, anche se ieri s’è allenato assieme agli altri e sino alla fine, qualche dubbio di tenuta sembra portarselo dietro anche Gargano. Lui soprattutto, dunque, sotto controllo oggi e anche domani. Ma oggi per Mazzarri sarà anche il giorno della verifica sul prato delle nuove soluzioni, delle alternative che ha cominciato a elaborare appena è diventata certa l’assenza di Lavezzi. Due sarebbero le idee dell’allenatore. La prima: il minimo delle variazioni e solito disegno; l’altra: una mezza novità con un centrocampo un po’ più folto – da destra a sinistra: Maggio, Gargano, Inler, Dzemaili e Zuniga – e il solo Hamsik alle spalle di Cavani. Ma questa è, sarebbe, soltanto la soluzione-due. Quella di riserva. Probabilmente solo un pensiero, la tentazione d’un momento.
L’OPZIONE PRESCELTA – Più probabile l’altra. La prima. Che non comporterebbe improvvisi e, a questo punto del campionato, forse anche inopportuni cambi d’abitudini. Insomma, il solito 3-4-2-1, di Mazzarri, ma stavolta con Dossena (ripescato per l’assenza del Pocho) a sinistra in mezzo al campo e Zuniga spostato più avanti, sulla destra, in riga con Hamsik e assieme allo slovacco alle spalle del Matador. Ruolo che non è neanche troppo estraneo al colombiano, perché seppure a partita in corso, l’ha già portato in campo qualche volta. E in questo caso, non dovesse farcela Gargano, sarebbe Dzemaili il facile e scontato cambio al centro.  Meticoloso com’è, sempre concentrato com’è sul suo lavoro, Mazzarri sarà sicuramente già avanti coi ragionamenti e con le scelte, ma oggi, sul campo, proverà probabilmente tutte e due le soluzioni anti Novara. Per il resto, porte spalancate ai ritorni di Maggio sulla fascia destra, di Cannavaro al centro della linea di difesa e di Aronica che si riappropria del suo ruolo di stopper di sinistra. Scelte, queste, che seppure nella inattesa rinuncia all’estro di Lavezzi, non procurerebbero scossoni alle abitudini tattiche della squadra azzurra. A quelle no, però sarebbero le geometrie a cambiare parecchio in quella fascia di prato che divide il centrocampo dall’attacco. Non più la profondità oppure i tagli di Lavezzi, infatti, bensì con Zuniga, una manovra un po’ più lavorata come alternativa alle corse e ai cross di Maggio e di Dossena.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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