Squadra che vince non si tocca: semmai si ritocca, ma con il bollettino medico in una mano e la formazione ideale nell’altra. Questo gioca, questo gioca e questo gioca: e, alla fine, rigioca il Napoli che ha battuto il Novara, un gruppo capace di rialzarsi da solo – dopo cinque domeniche in chiaroscuro – per lasciarsi alle spalle la crisetta e provare a puntare verso l’Europa che conta. L’antivigilia ha il valore di un certificato, appone il timbro sulle certezze e fa scivolare via ogni residua perplessità: stavolta, resta un interrogativo in difesa ed un’ombra (ma piccola, piccola così, in attacco), altrimenti si potrebbe andar con la distinta.
DIFESA – Tra gli intoccabili dell’era Mazzarri ci sono, statistiche alla mano, De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro e Aronica, la retroguardia-base di un ciclo triennale che ha offerto risultati sontuosi e che è stato appena appena contaminato dal mese-choc cominciato a Stamford Bridge: a Lecce ritocca a loro, in teoria, perché le perplessità del martedì di Castelvolturno arrivano proprio da là dietro e dalle condizioni dell’argentino. Il Napoli è (teoricamente) fatto ma dipenderà da Campagnaro, che sta bene e non benissimo, e che sembra debba essere verificato sino alla rifinitura odierna: in caso di resa, e con Grava costretto a terapie, Fernandez è l’unica soluzione disponibile, anche quella (comunque) privilegiata da Mazzarri che ha avuto modo di ripetere a più riprese e anche recentemente d’aver intravisto prospettive interessanti nel corazziere sudamericano: «Diventerà un calciatore importante di questo gruppo».
CENTROCAMPO – C’è ben poco da industriarsi, qua in mezzo, per evidenti disagi giunti a stagione in corso: Inler e Gargano, vogliano o no, restano inchiodati al loro posto, nella zona nevralgica del campo, a cantare e a portare la croce, a far legna o a costruire. Il minutaggio elevatissimo indurrebbe a riflessioni, ad uno stop & go: ma non esistono alternative, attualmente, dovendo Dzemaili destreggiarsi altrove. A destra, Maggio s’è appena reimpossessato della corsia e guai a chi prova a metterlo in discussione, ammesso che ce ne sia uno; a sinistra, Zuniga in lieve ma percettibile vantaggio su Dossena, che ha possibilità all’Olimpico di Roma, la terza sfida d’un miniciclo continuo, con gare che si accavallano e spingono a rifiatare.
ATTACCO – E qui son scesi in campo il giudice sportivo ed il dottor De Nicola, mostrando la paletta (rispettivamente) a Pandev e a Lavezzi: il macedone sconterà la sua seconda giornata di squalifica, per l’entrataccia che gli è valsa il rosso nel match con l’Atalanta; il pocho pare destinato a starsene in tribuna – oppure a Castelvolturno per proseguire le cure ai flessori della coscia sinistra – e poi fatto scaldare sabato sera, nel faccia a faccia con la Roma. Cavani for ever e a prescindere, anche se il quarto d’ora di Vargas, sabato scorso, contro il Novara, ha strappato qualche sorriso di ammirazione e, soprattutto, svelato la simpatia del san Paolo nei confronti di un ventiduenne che s’è appena giovato della benedizione di Britos: «Io mi alleno con lui tutti i giorni e posso dire che ha un talento notevolissimo e potenzialità enormi: avremo modo di verificarlo nella prossima stagione, quando si sarà completamente ambientato». A Lecce partirà dalla panchina, poi il campo dirà: perché squadra che vince Mazzarri stavolta non la tocca.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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