Ora è il tempo dei sorrisi, delle battute. Una notte indimenticabile, una notte maradoniana. Ma lui, porta troppo rispetto al Diez e rinuncia a «usurpare» per una volta il nome di Diego: «No, no, chiamatemi Pocho, è meglio» . Ma se adesso la strada verso i quarti (sarebbe un traguardo veramente storico) è in discesa (e avrebbe potuto essere ancora di più in discesa se Cole non si fosse infilato sulla linea di porta tra i pallone calciato da Maggio e la rete) il merito è in buona parte suo. Anche se lui, Ezequiel Lavezzi da Villa Gobernador Galvez, irrora con un po’ di acqua fresca il fuoco della passione e dell’entusiasmo: «Non è ancora finita, il Chelsea è forte. Ora dobbiamo andare a Londra, giocare la nostra partita e provare a segnare altri gol per raggiungere l’obiettivo. E’ vero che il Chelsea ha commesso molti errori ma noi abbiamo giocato per farglieli commettere» . Un errore lo ha fatto anche lui, quando la gara era ancora in equilibrio. Poi è arrivata anche il gol di Mata: «Ho sbagliato il primo controllo e l’errore è stato la conseguenza. Ma nell’occasione della rete di Mata, il Chelsea è stato molto fortunato» .
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