Magari ce la fa. Però, mentre il sole di Punta del Este resta impresso sulla pelle, dentro, su quei muscoli raggomitolatosi per il freddo pungente, va concentrato un pizzico di cautela. Domani è (sempre) un altro giorno e si vedrà: e, intanto, la gamba è sciolta, il corpo segue il cervello e il sorriso è un messaggio subliminale per quella folla di orfanelli che senza il pocho non sanno stare. «Come va?» . Va, il piede a tavoletta, l’umore di chi s’è lasciato alle spalle il peggio e ora non chiede altro di potersi lanciare incontro al futuro: niente Genoa, niente Palermo, sicuramente niente Cesena in Coppa Italia né Bologna domenica sera in campionato, ma per Siena, diamine, si può ragionare. Chi l’avrebbe detto, il venti dicembre scorso, mentre intorno – tra le luminarie di Natale – s’era sparso un clima cupo come nelle peggiori mattinate autunnali: fuori quattro-cinque settimane, in verità più cinque che quattro, per riprendersi il vero Lavezzi? Ma il fisico risponde agli input cerebrali e le coccole di Tomas e l’elioterapia con Janina al fianco hanno aiutato, suscitando soddisfazione nell’entourage del sudamericano e spingendo Alejandro Junior Mazzoni, il procuratore, a sbilanciarsi su Crc: «Ha voglia di rientrare, è bello carico, non vede l’ora di poter riprendere a giocare: lunedì sera con il Bologna no; però tra dieci giorni, a Siena….» .
LUI RESTA -Ricapitolando, riassunto dell’orchestra attuale, tra tenori, solisti e artisti da verificare: Cavani, Hamsik, Lavezzi, Pandev, Vargas, in rigoroso ordine alfabetico. E ora che il pocho s’è fermato, che Pandev s’è messo a fare il fenomeno, che Vargas è atterrato a Castelvolturno, via ai concerti, alle libere interpretazioni, stoppate già a Palermo da uno striscione – «il pocho non si tocca» – e rimosse da Mazzoni via etere, affinché tutti sapessero che questo è il quinto anno di Lavezzi e lui ha un rapporto straordinario i compagni e con la città, unica nel suo genere, capace di amare come nessun’altra, dunque anche con gli eccessi del caso e quindi «nessuna voce di mercato va seguita, perché lui qui sta bene, ha il contratto sino al 2015 ed è persino inutile parlare di prolungamento, perché non avrebbero senso» . Claro , no?
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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