Sembra di sentirlo. «Segno poco? E’ vero, però mando in gol i miei compagni e nessuno lo dice. Ad ogni modo, quest’anno proverò ad essere più egoista sotto rete e vediamo», confidava Lavezzi due mesi fa.
La rete realizzata alla Bolivia l’altra sera, mentre già montava la contestazione al “Monumental” di Buenos Aires, è frutto di quel proposito di fine estate. Lavezzi è subentrato a Ricky Alvarez mentre i suoi erano in svantaggio di un gol. Neanche un giro completo della lancetta del cronometro ed ecco lo spunto del fuoriclasse: il Pocho taglia il campo da destra verso il centro, riceve da Gago, controlla con il destro e con l’altro piede trafigge Carlos Arias. E’ la prima rete in una gara che conta con la maglia albiceleste. Una rete che racchiude classe, potenza, rabbia agonistica, precisione. Lavezzi ne aveva realizzato un’altra con la nazionale maggiore ma si trattava di un’amichevole, con l’Albania (sempre di sinistro e nella stessa porta). Poi era andato a bersaglio con l’Olimpica (sei volte). Ma il bersaglio di venerdì notte assume un significato speciale. Sta a dimostrare che l’attaccante del Napoli, ventisei anni compiuti a maggio, ha raggiunto ormai piena maturità tecnica e convinzione dei propri mezzi. Ora riesce ad essere determinante e meno dispersivo nei suoi spunti in velocità. Sa comportarsi da leader, trascinando persino compagni così autorevoli ad un pareggio che serve ad evitare un flop che avrebbe avuto del clamoroso (sconfitta interna). Non a caso, durante e dopo la partita, sono andati tutti a complimentarsi con lui, Messi in testa, diventato suo amico tanto da fargli una visita di cortesia nell’albergo che ospitava il Napoli prima dell’amichevole di Barcellona. Lavezzi, appena riconvocato da Sabella, aveva dimostrato di poter stare a pieno titolo accanto ai vari Higuain, Mascherano, Aguero (che incrocerà al San Paolo il 22 novembre), lo stesso Messi.
MAREA DI COMPLIMENTI – La stampa argentina ha preferito soffermarsi sulla crisi che attanaglia la nazionale albiceleste piuttosto che esaltare la prodezza dell’attaccante di Villa Gobernador. Ma fa lo stesso. A Lavezzi sono giunti complimenti a volontà. I primi da Fernandez e Denis che erano con lui nello spogliatoio del Monumental. Poi, del suo procuratore, Alejandro Mazzoni che ieri l’ha raggiunto a Buenos Aires dopo un breve soggiorno a Milano. Infine, gli apprezzamenti del Napoli: dal presidente, all’allenatore, ai compagni di squadra. E soprattutto di tanti tifosi del Napoli. Invaso il suo profilo su Twitter. Centinaia di messaggi sulla sua bacheca.
Ma c’è stata anche una festa improvvisata. E’ avvenuta nel centro che Lavezzi sostiene a proprie spese per il recupero dei ragazzi bisognosi della sua città, l’Ansur. Qui i quaranta ospiti, tra maschi e femmine, hanno organizzato una curva da stadio, intonando il coro inventato dai tifosi del Napoli:«Alè, alè, Pochooo, Pochooo». Presto Lavezzi aprirà un conto corrente anche in Italia per migliorare quel centro di accoglienza dove i bambini studiano, imparano a cucinare, fanno attività sportiva grazie ad Ezequiel Lavezzi ed alla sua famiglia.
DERBY IN FAMIGLIA – Ora spera di poter avere spazio anche martedì sera a Barranquilla quando l’Argentina sarà ospite della Colombia di Camilo Zuniga. E’ una sfida delicatissima per la qualificazione al mondiale. Ma a Lavezzi sono le sfide che piacciono di più, come la prossima in campionato con la Lazio ed ancora di più quella con il Manchester di Mancini, Balotelli, Aguero e Dzeco. Lavezzi insegue il primo gol anche in Champions.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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