Eh no, non è il caso di rischiare: perché a cinque giornate dalla fine, con la Roma all’orizzonte, sarebbe inutile, superfluo e pure un po’ autolesionistico tentare disperatamente di riavere il pocho. Eh sì, sabato è veramente un altro giorno: perché quarantotto ore di terapia, sommate al riposo e poi con due sedute d’allenamento, serviranno per spingere Lavezzi verso l’Olimpico, anzi nell’Olimpico, in una gara specialissima, che riconduce ad un anno fa (lo scambio di sputi con Rosi, la squalifica che gli costò il match con il Milan a san Siro) e che proietta all’anno prossimo. La voglia matta, ribadita a più riprese, sostiene l’illusione fino ad un certo punto, fino a quando il pocho pensa di poter essere in «via del Mare», cioè fino a qualche istante prima che gli accertamenti non costringano il pocho al forfait.
SI ALLENA… – Ma no, Lavezzi non c’è sull’aereo che decolla da Capodichino (direzione Brindisi, poi a Lecce in pullman) alle sedici e qualcosa; però sarà puntualmente domattina nell’inedito ritiro nella Capitale che comincia stasera, e che servirà per evitare due voli in più e raccogliere energie utilissime nel rush finale: e da quel momento comincerà la febbre del sabato sera. Lavezzi quindi se ne sta a casa, come largamente previsto, come suggerito dagli ultimi accertamenti, quelli di lunedì, come ispirato pure dal buon senso, oltreché dal quadro clinico rappresentato dal dottor De Nicola: il risentimento rimediato in allenamento al quadricipite della coscia sinistra va sparendo e la guarigione è imminente, ma a volte basta poco, anzi niente, per rovinarsi. Lecce-Napoli, vista davanti alla tv, fa venire un pochino rabbia, ma il desiderio di Lavezzi d’essere in «via del Mare» s’è placato al cospetto delle radiografie e pure dalle risposte del fisico, che invia messaggi inequivocabili e che ha quindi – evidentemente – convinto el pocho sulle scelte imminenti.
…POI PARTE – E allora, la sacca sulle spalle, come s’usava una volta, quando si era bambini, un blitz a Castelvolturno per continuare la cura, una serata senza lo stress della vigilia ma con l’amarezza per una rinuncia forzata; poi stamattina, identico percorso, un’ora e mezza di allenamento personalizzato, il test che praticamente può rappresentare l’investitura per Roma-Napoli, che però deve arrivare (inevitabilmente) al termine delle verifiche in ritiro. Ma l’Olimpico è vicino. Appena dietro quello schermo: qui Lecce, a voi il pocho.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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