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Lavezzi, il San Paolo si divide sui fischi

Applausi ma stavolta soprattutto tanti fischi per le voci di mercato legate a un suo imminente addio. Un San Paolo diviso a metà sul Pocho. Lavezzi è stato oggetto della contestazione di parte dello stadio soprattutto nel secondo tempo. Ogni volta che toccava palla si sentivano i fischi del «popolo azzurro», la prima volta che succede da due anni a questa parte.
Dopo un suo errore in un’azione una telecamera di Sky ha inquadrato il presidente De Laurentiis che ha urlato qualcosa: forse «Grande Pocho». Tutti gli occhi sull’argentino. Per l’ultima partita della stagione al San Paolo l’osservato speciale è il Pocho, atteso a un’estate caldissima sul fronte del calcio mercato. Stavolta potrebbe andare veramente via di fronte a un’offerta concreta. C’è l’Inter in Italia, ci sono le inglesi, le russe e c’è il Paris Saint Germain.
Il Pocho per ora non ne parla con giornali e tv ma fa una confidenza all’amico-tifoso (filmato di Napoli-Magazine) che si avvicina alla sua auto all’uscita dalla villa di Marechiaro. La domanda. Pocho, resti a Napoli? Risposta: «Che vuoi che ti dica, se non so niente». Il tifoso incalza: «Dai resta, dipende da te, dipende solo da te». E Lavezzi: «Non dipende solo da me, figurati. Dipende se mi vogliono comprare o no. Se mi comprano dipende da me, altrimenti no». Gli applausi e i cori per Lavezzi già dal riscaldamento però stavolta si sentono anche i fischi. Si alza alto il coro «Pocho-Pocho», spuntano scritte in più punti dello stadio. «Ciao Lavezzi resterai sempre nei nostri cuori», il saluto dei tifosi dei distinti.
Un altro striscione: «Non ci abbandonare Pocho, onora l’azzurro». Già perchè i tifosi pensano che quella contro il Siena possa anche essere l’ultima partita dell’argentino al San Paolo, tutto dipenderà dalle evoluzioni del mercato. Stadio diviso sul Pocho alla lettura delle formazioni. Al nome Lavezzi c’è una parte dei tifosi che applaude, un’altra che fischia. Non c’è Cavani squalificato e l’argentino torna da prima punta. Una maglia da titolare dopo cinque partite consecutive e qualche spezzone con Roma, Palermo e Bologna.
Al primo tocco di palla l’argentino viene fischiato ma è l’azione prolungata che porta al gol del vantaggio di Dossena, alla prima rete stagionale. Lavezzi si muove molto, si fa trovare libero e cerca la giocata per i compagni. Va a battere i calci d’angolo e le punizioni. Insegue il gol numero dieci in campionato, arrivare in doppia cifra potrebbe dare un senso diverso alla stagione per uno come lui che di gol non ne ha mai segnati tanti.
Il Pocho si fermò dopo il ritorno di Champions contro il Chelsea, o meglio dalla partita precedente in campionato contro il Cagliari, quella in cui riuscì ad andare a segno. Fu il momento migliore dell’argentino vissuto tra metà febbraio e metà marzo. Poi è cominciato il momento difficile, anche perchè Lavezzi è stato vittima di un infortunio muscolare che ne ha minato la condizione. Ha lasciato lo stadio senza parlare sorridendo però a chi lo incoraggiava e gli diceva di non prendersela per i fischi. Contro il Siena per tanti aspetti è la sua partita. Il più atteso, nel primo tempo però nonostante la buona volontà sono pochi i numeri veramente all’altezza dell’argentino che sembra chiaramante turbato dall’atmosfera che si respira intorno a lui, nonostante la fiducia di Mazzarri che il giorno prima lo aveva presentato come al top della condizione.
Atleticamente sta meglio, ora è più reattivo, si muove meglio, manca però il guizzo risolutore dei giorni migliori. E soprattutto stavolta gli manca la spinta del San Paolo. Le sue partenze palla al piede venivano accompagnate da ovazioni e applausi, ieri sera contro il Siena soprattutto da fischi. Non rilascia interviste a fine gara, sfugge via tra sorrisi e pacche sulle spalle dei suoi compagni. Dossena prova a scherzare con lui: «Dai Pocho, saluta i tifosi». Lavezzi ricambia l’affetto ma glissa: «È la tua serata, sei tu il match winner». Il gruppo è unito. E si vede.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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