Ezequiel Lavezzi, attaccante del Napoli, ha rilasciato un’intervista al quotidiano argentino Olè Clarin. Ecco quanto tradotto e sottolineato da Iamnaples.it:
“Napoli? La città è stupenda ma, a causa dell’incredibile affetto dei supporters azzurri, non riesco a godermela al meglio. Vivo praticamente chiuso in casa. Una volta andai in centro per un po’ di shopping e dovette intervenire la polizia per ristabilire l’ordine pubblico. Napoli mia città? No, sarà sempre la città di Diego. Io sono solo un semplice calciatore che fa divertire i propri tifosi. Il calcio? Nella mia vita ha rappresentato tanto, era una cosa che mi rendeva felice e il mio regalo era sempre un pallone, in qualsiasi ricorrenza. Non ho avuto un’infanzia facile, mia madre cercava in tutti i modi, seppur nella povertà e senza l’aiuto della figura maschile di mio padre, di non farci soffrire. Ansur? Il mio desiderio è quello di dare un’infanzia migliore ai ragazzini della mia terra e toglierli dalla strada. Successo? Affermarmi nel calcio non è stato semplice: il primo stipendio lo percepii dall’Estudiantes in B che mi garantì 100 pesos al mese. Poi, le cose si misero meglio quando arrivò la chiamata del Genoa: da allora comunicai a mia madre che non avrebbe più dovuto lavorare. Questo sport mi ha migliorato sotto tutti gli aspetti. Thomas? Ha solo sei anni ed io non riesco a vederlo tanto nell’arco di un anno. Vive a Rosario dove coltiva la passione per il calcio. Gioca con ragazzi più grandi di lui e sogna di diventare un attaccante, ma io non lo pretendo. A questa età i bambini devono solo divertirsi. Napoli-Chelsea? Il club londinese è una grande squadra, ma quando noi siamo in serata possiamo battere qualsiasi squadra”.
La Redazione
S.D.
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