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Lavezzi, Gargano e… Cavani? Napoli dove stai andando?

Il punto sul mercato azzurro a nove giorni dalla chiusura

Ci siamo. Pochi giorni e sarà campionato. Qualche giorno in più e anche il mercato chiuderà i battenti, chiamando tutti a tirare le somme di quanto fatto, investito o incassato. Giudice ultimo sarà il campo.
Che le strategie di mercato del Napoli quest’anno sarebbero state di tipo conservativo ve l’avevo anticipato da tempo (CLICCA QUI per leggere l’approfondimento del 10 luglio), nessun grosso investimento ma acquisti mirati e rilancio dei giovani calciatori già in rosa. Una strategia che nell’ottica di una sana gestione societaria è
condivisibile e che – come nel caso di Behrami – ha garantito a Mazzarri calciatori utili anche per variare il tema tattico della squadra, ma quanto si sta profilando all’orizzonte farebbe bene a mettere in guardia i tifosi azzurri. Il prossimo campionato – in conseguenza delle difficoltà di mercato di Milan e Inter e in vista dell’impegno Champions della Juve – vede un appiattimento dei valori tecnici che apre ad ogni possibile conclusione. Le cinque big partono, al momento, tutte sullo stesso piano e tutte potrebbero piazzarsi tra il primo ed il quinto posto. Inutile sottolineare come tra la conquista dello scudetto e i preliminari di Europa League c’è un abisso di prestigio, oltre che un fiume di soldi di differenza. L’atteggiamento attendista del Napoli, giorno dopo giorno si trasforma in ritardo e rischia di lasciare una rosa non adeguata a cogliere quelle possibilità di vittoria che il prossimo campionato lascia intravedere. Analizziamo come il Napoli si è attrezzato per la nuova stagione:

 

DIFESA – Il reparto difensivo era di certo quello maggiormente bisognoso d’intervento e, ad oggi, possiamo dire che l’innesto del solo Gamberini porta un po’ d’esperienza ma non fa fare di certo alcun salto di qualità. La conferma in blocco dei difensori che hanno portato il Napoli fino alla Champions League è un segnale di continuità forte sul piano umano e degli equilibri nello spogliatoio ma risulta limitante sul piano tecnico. Il nuovo schieramento tattico garantisce una maggiore copertura della difesa da parte dei centrocampisti ma da solo potrebbe non bastare a colmare quei limiti tecnici dei difensori che lo scorso campionato ha evidenziato in maniera vistosa, lasciando per strada la qualificazione Champions e il passaggio del turno nella doppia sfida al Chelsea. Se al centro si può pensare di affidarsi con una certa fiducia alla
coppia Cannavaro/Fernandez, non lo stesso si può dire della coppia titolare-riserva di destra Campagnaro/Gamberini (adattato a destra ma centrale, nda), né di quella di sinistra con Britos/Aronica. Si poteva e si doveva operare diversamente acquisendo un marcatore di destra di primo livello e uno mancino di prospettiva per garantire una valida alternativa a Britos. In realtà si potrebbe ancora, il mercato è aperto per altri dieci giorni ma al momento non raccogliamo alcuna voce su trattative del Napoli per un difensore.

 

CENTROCAMPO – La mediana è la zona del campo in cui il Napoli presenterà le maggiori novità, adottando definitivamente il nuovo modulo con l’arretramento di Hamsik e la maggiora copertura assicurata a Inler dallo schieramento a 3 centrali. A completare il centrocampo uno tra Dzemaili e Behrami. I frutti di questa nuova soluzione tattica si sono intravisti in questo precampionato e lasciano ben sperare per la prossima stagione.
Due i dubbi non ancora sciolti. Incassato in modo fragoroso il rifiuto di Balzaretti, rimangono ancora incomplete le fascie laterali con solo 3 esterni; non è rimandabile l’acquisto di un quarto, magari capace di giocare su entrambe i lati del campo.

La trattativa sfumata per Balzaretti (31) e quella in piedi in questi giorni per Mesto (30), sembrano chiarire che Mazzarri ha richiesto un calciatore di esperienza. Dossena (31 tra un mese) e Maggio (30) non sono più così giovani e puntare su di un calciatore under 30 sarebbe a mio parere consigliabile in prospettiva futura ed eviterebbe nei prossimi anni di ritrovarsi con calciatori avanti con l’età e difficilmente vendibili.

Capitolo Gargano: l’uruguaiano con il nuovo schieramento non era più il perno indispensabile della mediana azzurra e per carattere mal si adattava al ruolo di riserva. Ormai la cessione all’Inter è cosa fatta; hanno favorito la conclusione dell’operazione i buoni rapporti tra Moratti e De Laurentiis. Se convenga o meno privarsi di Gargano è oggetto di un dibattito apertissimo (io sono favorevole alla sua cessione se rimpiazzata dall’acquisto di un giocatore che al dinamismo abbini capacità d’impostazione del gioco, nda), darlo all’Inter
rinforzerebbe una diretta concorrente degli azzurri ma – come insegnano gli scambi tra grandi club – sono altre le logiche che guidano certe trattative.

Tra le valutazioni che hanno portato Gargano ad accettare il trasferimento all’Inter, oltre quelle strettamente tattiche, una certa valenza avrà avuto anche quella relativa all’ingaggio. La società nerazzurra garantirà al Mota uno stipendio da 1,7 milioni all’anno, centomila euro in più di quanto i suoi procuratori avevano richiesto al Napoli.

Il problema maggiore in caso di cessione del nazionale uruguaiano è rimpiazzarlo adeguatamente. La scadenza imminente del mercato rende difficile imbastire trattative per calciatori di valore e rischia di alzare notevolmente i prezzi. Il Napoli deve sciogliere rapidamente le riserve e operare di conseguenza.

 

ATTACCO – È proprio il reparto avanzato quello che più fa sognare e temere i tifosi azzurri. Archiviata con meno rimpianti del previsto la cessione di Lavezzi, l’attacco del Napoli sembra rivitalizzato dall’esplosione di Insigne e dalla ritrovata regolarità di Goran Pandev, attaccante da considerarsi senza dubbio di primissimo livello e che dalla cessione di Lavezzi trarrà l’ulteriore giovamento di un impiego più costante. Insigne e Pandev fanno sognare i tifosi, le voci su Cavani alimentano le ansie più scure. Se la cessione di Lavezzi è stata è percepita come un’occasione economicamente vantaggiosa e tecnicamente rimpiazzabile, quella di Cavani apparirebbe come il tradimento di tutti i progetti di grandezza della società di De Laurentiis. La distanza che al momento separa il calciatore e la società è sulla richiesta d’aumento d’ingaggio. L’entourage del calciatore chiede un aumento di due milioni, fino ad arrivare a un ingaggio di 5 milioni all’anno, a fronte dei tre scarsi che Cavani guadagna attualmente. La società pare orientarsi verso l’aumento di un milione; adeguamento che potrebbe essere accettato dal calciatore con la promessa di una cessione nella prossima stagione, proprio come accaduto per Lavezzi.

È inutile usare giri di parole, perdere un calciatore dalle qualità eccelse, e dalle caratteristiche rarissime, nel pieno della sua maturazione sarebbe un errore imperdonabile. La valutazione dei bilanci, anche in prospettiva futura, spetta alla società, ma che il Napoli non possa trattenere uno degli attaccanti più forti d’Europa per una questione d’ingaggio dopo i trenta milioni incassati per Lavezzi rappresenta una circostanza non realistica e apre ad una riflessione. Il Napoli ha adottato una politica di contenimento del monte ingaggi che è una scelta da apprezzare ma, nelle dimensioni attuali, non è più in linea con il valore della squadra (secondo gli ultimi dati disponibili, lo scorso anno il Napoli vantava il sesto monte ingaggi della serie a con 41,2 milioni di euro, a fronte dei 160 del Milan, ma meno anche dei 76 milioni della Roma e dei 50,2 della Lazio, nda). Se la Roma può permettersi di pagare sei milioni a De Rossi, più di cinque a Totti e tre a Borriello, il Napoli non può non garantire a Cavani i cinque milioni richiesti. Ammesso che le prestazioni, i goal e l’età di un calciatore valgano ancora a determinarne il valore di mercato. La società gode della mia piena stima ma deve capire di essere arrivata ad un bivio in cui scegliere la direzione da prendere, progettare in grande o ridimensionarsi sul modello Udinese, valorizzando calciatori e incassando plus valenze; è impossibile rallentare, bisogna scegliere.

L’agente di Cavani, Pierpaolo Triulzi, ieri era a Castelvolturno; nei prossimi giorni dovrebbe recarsi a Roma per il tanto atteso incontro con il presidente De Laurentiis Scovare talenti che riescano ad esplodere in un calcio ostico come quello italiano è sempre più difficile, le difficoltà di Vargas nel rimpiazzare Lavezzi ne sono una prova. Bene farebbe chi ha la fortuna di avere in squadra uno dei pochi fuoriclasse rimasti nel nostro campionato a tenerselo stretto, soprattutto se può vantare bilanci in forte attivo, progetti di crescita e un entusiasmo dei tifosi non reperibile altrove.

Nel pieno rispetto delle sue prerogative – e dei suoi investimenti – di presidente e proprietario della squadra, mi auguro che De Laurentiis torni ad essere il presidente ambizioso che ha saputo ridare orgoglio e prestigio alla maglia azzurra.

Pompilio Salerno

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