«Ci vorrebbe Lavezzi, con lui le verticalizzazioni sarebbero decisamente più devastanti. Il Napoli attacca ma non punge» , diceva nell’intervallo Claudio Gugnali, il vice di Sabella, il commissario tecnico dell’Argentina. Gugnali era tra Alejandro Mazzoni e Rodriguez, i procuratori di Lavezzi e Denis. «Anche German è in forma, devono stare attenti i difensori del Napoli perché possono prendere gol da Denis» , aveva aggiunto.
Neanche fosse un mago, Gugnali. Auspicava un ingresso in campo di Lavezzi, pronosticava un gol di Denis. «E martedì sera sarò di nuovo al San Paolo per gustarmi un’altra bella serata di calcio come quella con il Manchester» , informava il braccio destro del ct che non ha certo potuto elogiare Campagnaro, impiegato sul centro sinistra ed in serata non certo tra le migliori.
POCHO IN PANCHINA – Aveva accettato serenamente la panchina. Lavezzi sapeva che sarebbe subentrato per rilevare Pandev che non ha ancora piena autonomia sui novanta minuti. Mazzarri era stato chiaro con lui: si sarebbe fermato dopo lo sforzo mentale con il Manchester per essere pronto per la Juventus. Ha obbedito il Pocho. Ma in panchina ha sofferto le pene dell’inferno. Si è agitato. Ha spronato i compagni. Per lui, la panchina è sofferenza allo stato puro. E quando l’amico Denis ha centrato la traversa ha guardato Mazzarri. Era ancora presto per fare la staffetta. Un quarto d’ora della ripresa appena. Ma il Pocho aveva voglia di entrare in campo, di giocare. Poi, una manciata di minuti dopo, lo svantaggio e sempre ad opera di Denis, German proprio lui, l’amico del cuore, colui che preparava cene a base di asado sul terrazzo di Marechiaro o a Castelvolturno.
POCHO SCATENATO – A quel punto, Lavezzi ha cominciato a catapultarsi su tutti i palloni. Non ci stava ad incassare la terza sconfitta esterna stagionale, la quarta assoluta. Non ci stava a cambiare di umore dopo la splendida vittoria sul Manchester. Ha cominciato a cercare Cavani. A giocare tutti i palloni con rabbia e velocità. Disperazione quando Peluso, il difensore dell’Atalanta ha salvato sulla linea. Ma Lavezzi non conosce il verbo “arrendersi”. Ha lottato anche nei minuti di recupero, finché Cavani non ha piazzato quella zampata per un pareggio cercato con tutte le forze, rincorso, voluto. Lavezzi è corso ad abbracciare il Matador. Ha esultato anche lui.
IL GIALLO – Nella concitazione, però, qualcuno aveva visto un cartellino giallo mostrato dall’arbitro nei suoi confronti. E si è sparsa la voce, «Lavezzi ammonito, salterà la Juve» . Anche da Napoli hanno cominciato a telefonare a Bergamo. I tifosi presenti all’Azzurri d’Italia si sono disperati. «E come faremo martedì senza il Pocho?» . Il giallo è durato pochi minuti: il Napoli ha provveduto a smentire quell’allarme, Lavezzi che era sotto diffida non era stato ammonito e può prepararsi al faccia a faccia con la Juve di martedì, un’altra notte da tramandare ai posteri, Lavezzi già si frega le mani.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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