È una storia, sempre, di passione estrema. «Lo so che per i tifosi del Napoli è una gara caldissima, speciale», ripete ogni volta che la sfida alla Juventus si avvicina, il Pocho Lavezzi. Non è più come negli anni Settanta e Ottanta quando Napoli aspettava solo la sfida con la Juve, che voleva dire battere la regina e magari dare un senso a una stagione in chiaroscuro. Per un riscatto sociale, anche. Napoli-Juventus è una classica, a suo modo. C’era Maradona e ora c’è Lavezzi e pure l’emozione generazionale dei cori per il Pibe adesso dedicati al suo epigono argentino. E c’era una volta una gerarchia che, per fortuna, adesso non c’è più.
Nord contro Sud. Torino (dove i meridionali venivano sbrigativamente chiamati i napuli) è la città più napoletana dopo Napoli. Per i tifosi azzurri, il derby è sempre e soltanto stato con la Juve, anche se nella meravigliosa epoca di Diego soltanto una volta, nel 1986-87, lo scudetto fu una questione tra bianconeri e azzurri. Lavezzi aveva poco più di un anno quando gli azzurri tornarono a sbancare il Comunale dopo un una serie di delusioni che duravano dal lontano 1957. 9 novembre del 1986. Il Pocho non era ancora il Pocho: Ezequiel era un bimbo in fasce nella povera casa di Villa Gobernador Galvez. «Domenica abbiamo perso una grande occasione, eravamo in vantaggio per 2 a 0, mancava poco alla fine e ci siamo fatti raggiungere – ha scritto sul suo sito – È un peccato perché con una vittoria avremmo fatto un bel salto in classifica. Ora concentriamoci subito per la difficile trasferta di Torino… Sarà dura ma ci arriveremo determinati e carichi».
Eccole le paroline magiche che i tifosi del Napoli vogliono sentire alla vigilia della trasferta in Piemonte. Il Pocho dopo aver ospitato gli argentini del Catania si è imbarcato per Milano, come al solito, per trascorrere i due giorni di riposo concessi da Mazzarri. Sul social network Twitter, ha pubblicato una foto in cui appare il suo amico Lorenzo Tonetti, proprietario del ristorante Giannino a Milano, con in testa una buffa parrucca colorata. Lavezzi scrive nel tweet a commento: «Giannino al Radetzky in versione punk». Il Radetzky Café è uno dei locali storici di Milano. Con il Pocho l’inseparabile Yanina. Nessuna polemica, nessun accenno alla reazione di tre giorni fa. Oggi a Castelvoltuno l’argentino siglerà ufficialmente la pace con Mazzarri. Lavezzi dirà «scusate» e Mazzarri risponderà «figurati». Oppure non ci sarà bisogno neppure di questo perché tra i due i rapporti sono discreti e non c’è davvero nessun motivo per tirare alla lunga la questione. Mazzarri e Lavezzi infatti vanno d’accordo, e conoscendo i due caratteri difficilmente potrebbe essere il contrario.
Il procuratore di Lavezzi rassicura i tifosi. «Nessuna paura non è il segnale di un malcontento. È solo che ci teneva a giocare e conquistare i tre punti», ha detto Alejandro Mazzoni. A Napoli sta bene, e comunque pure se stesse male non è certo questo il momento di dirlo.
Pierpaolo Marino, l’ex dg del Napoli, infatti, non si fida. E parla della clausola rescissoria presente nel suo contratto: «Personalmente sono contrario a questo tipo di accordi, non so perché sia stata inserita – spiega a Sky Sport- Magari all’epoca i 31 milioni sembravano tanti, ma adesso la possibilità che Lavezzi abbia estimatori capaci di investire una cifra simile sono tante. Spero che il Pocho decida di restare a Napoli».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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