È stato l’ultimo ad arrendersi. Non è una novità. Lavezzi ci tiene da morire a vincere, sempre e comunque.
«Arrabbiato? Quando perdo sono sempre arrabbiato»,
ammette il Pocho, si legge in faccia quello che è il suo stato d’animo. In Champions l’occasione del riscatto? Fila via Lavezzi, il più richiesto dai ragazzini all’uscita dalla mixed zone, firma poster e si mette in posa per fotografie ricordo. Quasi sembra stesse uscendo dal San Paolo o da Castelvolturno. Il Pocho piace a tutti: il migliore in assoluto del Napoli a Catania. Partita di grande spessore e due gol sfiorati per un niente. Soprattutto nella ripresa quando il Napoli è sotto di un uomo e di un gol dimostra per intero il suo carattere. Non si abbatte, va a recuperare palloni impossibili, li tiene in campo, scatta a destra e sinistra, mette apprensione a tutta la difesa. E’ diffidato il Pocho, si teme che possa prendere un cartellino giallo e saltare la sfida successiva contro la Juventus. Ma è bravo anche a tenere a bada i nervi, a frenare la rabbia agonistica. Un’altra prestazione di grande spessore per il Pocho, grande freschezza atletica nonostante abbia giocato tutte le ultime partite, sempre in campo insieme a Cavani e De Sanctis.
Sempre vivo, decisivo, determinante, in campionato come in Champions. Ecco perché la sconfitta brucia, pesante questo ko di Catania, il secondo esterno in campionato dopo quello di Verona contro il Chievo, ma in quell’occasione lui non c’era. Una settimana magica che avrebbe voluto chiudere con un risultato positivo dopo la splendida rete all’Udinese, il gol ritrovato al San Paolo dopo un anno di assenza. E poi la bella notizia della convocazione in Nazionale da parte di Sabella, la prima del nuovo selezionatore della Seleccion. Un’amarezza da cancellare in fretta, ora ci sono il Bayern in Champions League e la Juve in campionato. Poi l’Argentina. Un ritorno amaro nella sua Catania per Beppe Mascara, resta in campo cinquanta minuti. Esce tra fischi e applausi. Si dividono i suoi ex tifosi.
«La mia giornata a Catania? Si è già detto tutto»,
va via veloce. Avrebbe voluto festeggiare in ben altro modo, con una vittoria. Per lui la maglia da titolare nella partita più attesa. Idolo e capitano, gol storici con la maglia rossoblù, quello che resterà per sempre nel cuore e nella mente dei suoi vecchi tifosi lo realizzò in un derby a Palermo: un gol alla Maradona da quaranta metri. Applausi durante il riscaldamento, poi i fischi in partita ai primi palloni giocati. Una partita speciale, un giorno speciale. Una vigilia speciale, nel ritiro del Napoli sono andati a trovarlo gli amici di sempre, uno su tutti, l’inseparabile Antonio Pennisi. Peppe Mascara è di Caltagirone ma il suo mondo è a Comiso. Mille metri quadrati, un centro sportivo, due campi di calcetto, 150 ragazzini. Qui vivono i due fratelli, altri parenti e gli allievi del centro che inaugurò il giorno dopo aver realizzato un gol con il cucchiaio all’Inter di Mourinho. Poi ieri sera il grande ritorno al «Massimino».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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