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Lavezzi e Balotelli convocati dal pm

Un imprenditore denunciato per aver ritrattato le accuse rese un anno fa, tre calciatori citati come testi d’accusa per le prossime udienze di ottobre e l’ex capo della Mobile convocato nello stesso giorno come imputato e teste in due processi che si tengono in contemporanea. Ore frenetiche ieri in Tribunale, dove vanno avanti due istruttorie ad alto carico di tensione: quello che punta ad accertare ipotesi di riciclaggio del denaro sporco, in cui il primo dirigente Vittorio Pisani è imputato per un’ipotesi di rivelazione di atti coperti; e quello che punta ad accertare la responsabilità di una dozzina di poliziotti ex esponenti della squadra dei Falchi, in cui Pisani viene convocato per deporre come teste d’accusa numero uno. Vicende da seguire in parallelo, partiamo dalla settima sezione penale, dove sono stati convocati come testi dei pm Sergio Amato ed Enrica Parascandolo i calciatori Ezequiel Lavezzi, Mario Balotelli e Fabio Cannavaro.
Le date
Se l’ex capitano della Nazionale campione del mondo in Germania è atteso per martedì 23 ottobre, Lavezzi (oggi in forza al Paris Saint Germain) e Balotelli (ieri raggiunto dalla citazione nel ritiro di Coverciano della Nazionale di Prandelli), dovranno offrire la propria disponibilità a venire in Tribunale a Napoli in uno dei prossimi martedì di ottobre. Perché ascoltare tre calciatori in un dibattimento che vede in cella presunti usurai e imprenditori accusati di aver riciclato soldi della camorra? Il punto è nei rapporti di frequentazione intrecciati a vario titolo tra Cannavaro, Lavezzi e Balotelli con l’imprenditore della ristorazione Marco Iorio, tra gli imputati con l’accusa di riciclaggio.
Usura a Chiaia.
Settima penale, presidente Romano, viene denunciato per calunnia nei confronti della polizia giudiziaria e false dichiarazioni il tipografo di Arti Grafiche Mario Crisci. Stando alle indagini della Dia, avrebbe avuto un prestito di 250mila euro dalla famiglia Potenza, soldi da restituire a un tasso ritenuto usuraio: ieri l’imprenditore ha ritrattato parte delle dichiarazioni messe a verbale nella fase preliminare delle indagini, spingendo i pm ad indicare al Tribunale una intercettazione in cui Mario Potenza (il contrabbandiere ottantenne deceduto la scorsa primavera), parlando al telefono con l’avvocato, si diceva convinto che Crisci avrebbe ritrattato. E non è l’unica intercettazione usata dai pm sul punto. Agli atti c’è anche un’altra intercettazione da cui emerge la rabbia di Mario Potenza dopo gli arresti del 30 giugno 2011, che lo spinge ad esprimere la propria volontà di scendere in strada per minacciare le singole parti offese.
La storia dei prosciutti
Aula 411, prima sezione penale, giudice Pellecchia. Una decina di agenti di polizia imputati per un’ipotesi di peculato, per aver sottratto la refurtiva (generi alimentari, per lo più prosciutti) dopo aver sventato la rapina di un tir. Spiega il teste Pisani: ogni sabato mattina controllavo la posta che mi veniva inoltrata come capo della Mobile e mi accorsi che c’era qualcosa di sospetto nella informativa redatta da due ufficiali di pg, in merito alla restituzione della refurtiva. Si trattava di due poliziotti su cui avevo espresso un giudizio di inaffidabilità, dal momento che il loro operato per strada non era accompagnato da informazioni obiettive. Fu così che cominciai a nutrire sospetti, fu così che partirono le indagini, poi culminate nel coinvolgimento di dodici esponenti della sezione dei falchi (vicenda che ha visto l’archiviazione del dirigente Pasquale Toscano, ndr). Non c’era – ha poi aggiunto Pisani -, alcuna volontà punitiva nei confronti dell’intera sezione dei falchi: «Quando mi insediai, dissi che non ritenevo affidabile una ventina di agenti su un organico di ottanta uomini, questa ed altre vicende hanno poi confermato i miei sospetti.
Parlano i falchi.
Sono in due a chiedere la parola. Tocca a Montella ricordare le pressioni dall’alto a rendere dichiarazioni accusatorie, mentre il collega Cioffi racconta l’invito da parte dell’ex capo della Mobile a svolgere interventi di qualità e non di quantità: interventi in grado di reggere alla convalida e a eventuali giudizi in aula, specie per quanto riguarda gli arresti in zona Quartieri Spagnoli e Pallonetto di Santa Lucia. È ancora Cioffi a ricordare poi il giudizio lusinghiero espresso da Pisani, prima che scoppiasse il caso dei prosciutti, in relazione all’arresto del boss Stolder, avvenuto fuori da servizio.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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