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Lavezzi: da idolo a Napoli a separato in casa a Parigi

Avvio particolarmente difficile per il Pocho che non è affatto amato lontano dal San Paolo

Un avvio così difficile non se lo sarebbe mai aspettato. Ezequiel Lavezzi sceglie Parigi in estate per consacrarsi a livello internazionale e Napoli diventa un ricordo lontano.
I tifosi cominciano a soffrire di nostalgia dopo cinque anni di amore intenso. Ma in pochi mesi la situazione si rovescia. Perché il destino è beffardo e ci mette lo zampino.
Cavani, Pandev e Hamsik macinano gol e spettacolo e il fantasma del Pocho si allontana dal San Paolo. L’argentino, nel frattempo, soffre l’impatto con la Francia. La strada è disseminata di trappole e Lavezzi ci casca in pieno.
L’espulsione  –  alla seconda di campionato  –  contro l’Ajaccio per un’entrataccia su Andrè gli costa immediatamente il posto da titolare. Carlo Ancelotti lo relega in panchina mentre Ibrahimovic, Pastore e Menez deliziano il Parco dei Principi.

Il Pocho prova a ritrovare la maglia da titolare perduta ma nel frattempo si fa male. Due infortuni consecutivi: lo stiramento alla coscia sinistra e l’ultimo  –  in Champions League – all’adduttore.
Entra con il Porto, gioca sette minuti e sente il muscolo pizzicare. Esce e s’infuria. In Francia esplode ufficialmente il caso. ‘Non fa una vita d’atleta’, questa l’accusa dei media transalpini che si accorgono immediatamente del feeling del Pocho con il by night.
Carlo Ancelotti, suo allenatore al Psg, apre il fronte: “Non so cosa faccia la sera. Non sono il padre di Lavezzi, ma uno stile corretto è fondamentale”. Lo ‘schiaffò aumenta i rimpianti del 27enne attaccante di Villa Gobernador Galvez che si rifugia su twitter, il social network preferito dove esternare i suoi pensieri. I messaggi d’amore per la maglia azzurra diventano  quasi ininterrotti.
L’ultimo è eloquente (“Grazie ai tifosi italiani che scrivono cose belle ma anche a quelli che la pensano diversamente”) e fa il verso alla massima di Oscar Wilde. ‘Bene o male, basta che se ne parli’.
Lavezzi soffre l’anonimato parigino: a Napoli era un idolo e gli veniva perdonato tutto, in Francia è sempre sulla graticola. Adesso ne avrà almeno per un mese e sabato 20 sicuramente darà un’occhiata alla supersfida contro la Juve. A maggio  –  in occasione della finale di Coppa Italia  –  lui c’era ed è stato protagonista. Stavolta gli toccherà un posto davanti alla tv. Il magone è garantito.

Fonte: La Repubblica

La Redazione

M.V.

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