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Lavezzi con il giallo di Marassi salta il Cesena

Contro la squadra di Arrigoni potrebbe riposare Gargano

Prima di cercare il lettino di Freud, forse è il caso di passare in infermeria per capire: si (ri)gioca e c’è di nuovo da rimettere assieme i cocci di Marassi, da sistemare qualche cerotto, da chiedere aiuto al medico e poi da affrontare l’emergenza. E’ la dura legge del turn over che torna, imperiosa, a caratterizzare la formazione che sarà, però stavolta c’è dell’altro: c’è il giudice sportivo che incombe e che sta per togliere Lavezzi dal mischione e c’è Cannavaro che rischia di uscire e di lanciare un ballottaggio inedito.

 

NIENTE POCHO – Avanti c’è posto e però c’è anche gente in abbondanza: Lavezzi mercoledì se ne sta in tribuna, tutta colpa di quel giallo rimediato a Genova e ritenuto eccessivo dal pocho che a Rocchi l’ha detto con educazione. «Ma era spalla a spalla». Invece, è una gara in meno, un’altra dopo l’incidente che gliene ha fatto saltare quattro e mezza. Il pericolo giallo esisteva da un bel pezzo ed era stato evitato con un atteggiamento irreprensibile, fino a quando, ieri, non c’è scappato “il duello” con Mesto e una decisione arbitrale che ha rimosso il fardello della diffida in maniera definitiva: niente Cesena, quindi, e perlomeno niente ansia per un’ora e mezza, con la spada di Damocle di saltare il Milan, domenica prossima a san Siro. Avendo già dato, un anno fa, in quella sfida-scudetto osservata da spettatore, stavolta al pocho resta almeno la soddisfazione di poter preparare una personalissima rivincita e di gustare appieno la settimana che conduce alla Scala del calcio.

 

TANDEM SUDAMERICANO –

Su Cannavaro se ne saprà nel pomeriggio, ma la percezione d’una resa è tra le pieghe d’un pomeriggio sofferente nello stanzone di Marassi, con il dolorino al piede destro che toglie energia e induce a riflessioni: intanto, per cominciare, conviene azzardare? Prima del bollettino, con relativa diagnosi, interviene il buon senso; e, comunque, c’è ancora da sentire il dottor De Nicola. Cannavaro sì, Cannavaro no, Cannavaro ni: il tormentone è partito sul finire del primo tempo d’un Genoa-Napoli in quel momento abitata dai fantasmi e dopo sono deduzioni anche un po’ logiche. La prima: dentro di nuovo Britos, spostandolo centrale, e concedendo di nuovo la zona mancina della retroguardia ad Aronica; la seconda, altrettanto meccanica, spazio all’argentino Fernandez, che in genere nel mezzo ci sa stare, e poi dualismo per la scelta del terzo di sinistra.

 

CORSIE NUOVE -Si cambia un po’ ovunque, in questo valzer scandito dal campionato, dalla coppa Italia, dalla Champions, da quello ch’è stato e da quello che dovrà essere: Maggio ha rifiatato nel primo tempo di Marassi, può ripartire da destra contro il Cesena; Dossena ne ha giocate quattro consecutive (Palermo, Bologna, Siena e ieri), può darsi che lasci a Zuniga che invece è partito da titolare, nell’ultimo mese, soltanto contro il Genoa. E poi: è alla quinta su cinque Gargano e magari un Inler ritemprato potrebbe essere abbinato a Dzemaili. Mentre in attacco, non essendoci Lavezzi, i tre tenori sembrano annunciati: Hamsik, Pandev e Cavani. Inutile scervellarsi, potendo evitare di farlo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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