La voce fuori campo è di quelle autorevoli. Ezequiel Lavezzi non gioca ma è presente, di una presenza dinamica, una sorta di collante per una squadra appena rientrata nel tunnel del “divertimento”, un tunnel piuttosto lungo e tortuoso, da percorrere pedalando di buona lena e senza soluzione di continuità. Il Napoli lo ha già imboccato e ha trovato subito la discesa: vittime in susseguirsi il Palermo e il Cesena dopo il break di fine anno. Ma adesso è proprio finita la ricreazione. Torna il tour de force già provato e a volte mal digerito, ben quattro partite in 13 giorni, tre di campionato e quella di Coppa Italia di mercoledì 25, con la vincente fra Inter e Genoa.
IL POCHO CARICA- Il funambolo azzurro carica i suoi compagni, ma non solo. All’inizio era rabbia per l’infortunio (elongazione del retto femorale alla coscia destra), stemperata dal ritorno a casa e dalla voglia di tornare in ballo più forte e motivato di prima. E proprio qui entra in ballo il Lavezzi leader, quello che ha indossato la divisa del motivatore, quello che segue i compagni dappertutto e che scalpita per tornare arruolabile. Insomma il Pocho si dà al Napoli anima e corpo, anche se per adesso solo nella prima veste, quella presenzialista. Partono perciò le apprezzate iniziative: dall’invito a cena della “banda” venerdì in una trattoria della città, al saluto su twitter del compagno di un anno, Giuseppe Mascara. L’happening con i sudamericani è per celebrare l’arrivo di Edu Vargas, nell’occasione accompagnato dal procuratore Cristian Ogalde e l’amico Sergio Velanzuela. E poi Britos, Campagnaro, Chavez, Gargano, Santana e Zuniga. Una cena in spagnolo ma con cucina napoletana, a dimostrazione che c’è unione e comunione d’intenti nella foltissima colonia d’oltreoceano.
DEJA’ VU- Il fulmine di Villa Gobernador Galvez, a cui piace da matti incitare i compagni, oltre che dribblare e saltare gli avversari, aveva già dato nel recente passato segnali omologhi. Dopo il pareggio col Novara aveva parlato da vero leader avendo anche giocato con gran personalità: « Noi fuori dalla lotta per lo scudetto e la Champions? Non credo. Manca tanto alla fine del campionato, può succedere di tutto, anche di risalire con tre-quattro vittorie di fila. Io ho sempre fiducia». Una fiducia che non l’abbandona mai, anche nei momenti contrari, quelli della sconfitta con la Roma e dell’infortunio. Anche in quel periodo, Lavezzi trasmetteva sicurezza e voglia di recuperare a tutto il comparto. E ancora: parole di “bienvenido” per l’ultimo acquisto e d’incoraggiamento per i primi 45′ minuti del contratto cileno. Ezequiel prova a rasserenare anche lui: « Non sono preoccupato per Edu. Lo conosco e so bene quant’è bravo. Diamogli il tempo di capire, nel frattempo noi tutti gli staremo vicino e l’aiuteremo ad ambientarsi».
E SCALPITA- Il Pocho prosegue col suo programma personalizzato, ma da martedì tornerà a lavorare con la squadra per poi tornare in campo nella trasferta di Siena, sempre che arrivi il benestare dello staff medico. ‘ A nuttat è passata presto, in un solo mese è quasi pronto ad accompagnare i fatti alle parole.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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