Vincent Laurini, difensore della Fiorentina ed ex calciatore di Sarri all’Empoli, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport.
Chi è per lei Maurizio Sarri?
“E’ l’allenatore che cinque anni fa mi volle ad Empoli. Non appena arrivato mi chiamò per fare due chiacchiere nel suo spogliatoio: era stato lui a fare il mio nome al direttore Carli. Mi ha dato tantissimo. E’ una persona molto puntigliosa, uno di quelli che non lascia niente al caso. Non mi ha sorpreso vederlo così in alto in classifica col Napoli”.
E sul campo che tipo di allenatore è?
“Un martello, uno di quelli che non fa passare niente. Quello che non funziona si prova e si riprova fino a quando i meccanismi non sono rodati. In Europa, io fin qui non ho visto nessuna squadra ben organizzata come il Napoli”.
Cosa le è rimasto più impresso del suo ex allenatore ai tempi di Empoli?
“Il fatto che era sempre al campo di allenamento. Potevi arrivare alle 9 del mattino e uscire la sera alle venti: lui era sempre lì, a lavorare, a studiare, a trovare sempre la soluzione migliore. E’ uno a cui piace vivere la squadra e che a volte ci faceva qualche comparsata negli spogliatoio per prenderci tutti in giro (ride, ndr)”.
E lei con Sarri ha sempre fatto il terzino.
“Sì. Ho giocato per lo più a destra, ma quando c’è stato bisogno mi sono spostato anche a sinistra”.
Dalla sua parte, il pericolo numero uno, se riuscirà a recuperare, arriverà da Insigne. Più stimoli o affanni?
“Stimoli. Affrontare campioni del suo calibro è qualcosa che non ha prezzo, è adrenalina pura”.
Ha già pensato, eventualmente, a come fermarlo?
“La cosa è molto semplice: se pensi di andargli in anticipo, è capace che lui con una finta ti mandi a sbattere in un muro. Quindi sarà più facile fare in modo che non abbia troppi palloni tra i piedi. Dovrà essere la squadra a fare un ottimo lavoro organizzativo di gruppo. Non dimentichiamoci che il Napoli è abituato ad attaccare con tutti i suoi giocatori di movimento: dovremo essere perfetti”.
Simeone, l’altro giorno, ha detto che «basterà fare come la Juventus». E’ così?
“La Juve ha vinto rispettando il suo avversario e aspettando il momento giusto. Noi dovremo fare altrettanto, anche perché non scenderemo in campo da vittime sacrificali”.
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