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L’arrivo di Stroppa piace a Sebastiani, un po’ meno all’ambiente pescarese

Il manovratore occulto si gusta la scena dietro le quinte. Un capolavoro di strategia quello di Daniele Delli Carri, che lo aveva scelto da tempo ed ha avuto la pazienza di fare rimbalzare tutti gli altri nomi fino a farli finire nel cestino. Ora il prescelto è lì, in conferenza stampa, sorridente, emozionato e inconsapevole. Infatti rivela alla platea un aneddoto emblematico: « Qualche giorno fa, alle 9 del mattino, ero in bici quando mi squilla il cellulare. Ho l’auricolare e non vedo il numero di chi mi chiama, era Daniele. Scherzosamente gli dico una parolaccia, e poi: non dirmi che… ».

DELUSI – Sì, è proprio così, il Pescara in serie A consegna la sua panchina a Giovanni Stroppa, un esordiente tra gli esordienti. Il tecnico lumbard viene presentato nella stessa location di Zeman, il suggestivo Porto Turistico della città adriatica. C’è una categoria in più, ma in quanto a numeri si va al ribasso. Il confronto è imbarazzante: diciamo uno a cinque, 300 tifosi ieri contro i 1.500 dell’altra volta. L’unica cosa che aumenta è il prezzo degli abbonamenti, ci sono state delle lamentele, forse verrà fatto un aggiustamento. Stroppa, intanto, tira dritto e gioca al rialzo. «So di raccogliere un’eredità pesante, l’anno scorso questa squadra ha espresso un gioco fantastico, ha vinto il campionato di serie B come nessuno aveva mai fatto in precedenza, uno spettacolo per pochi. Eppure, con tutto il rispetto, dico che Zeman dobbiamo scordarcelo al più presto». 
IDEE CHIARE – Partono gli applausi, il neo tecnico biancazzurro prende coraggio. «Dovremo praticare un calcio organizzato e piacevole, come questa piazza merita per cultura e tradizione. Il mio vantaggio sarà quello di lavorare con un gruppo già abituato. Sarà fondamentale tenere il pallino in mano, con possesso palla e movimenti giusti per poi fare male agli avversari appena ne avremo la possibilità. Con il SudTirol ho sviluppato un gioco importante e piacevole, spero di portarlo anche a Pescara» . Poi continua: «Da calciatore ho avuto la fortuna di essere stato allenato dai più grandi in circolazione, Zeman, Sacchi, Capello. Se avessi preso il meglio da ognuno sarei un fenomeno» . In effetti il Pescara pensa che lo sia. Non ha dubbi, altrimenti non ci sarebbe stato motivo di pescarlo nel mare magnum della Lega Pro per proiettarlo pronti-via in serie A. Ne è straconvinto l’ispiratore dell’operazione, il fantomatico Delli Carri che, mentre gli altri parlano, resta nascosto dietro le vetrate scure del ristorante.
CASO – Al vernissage si nota l’assenza di Vincenzo Marinelli, dirigente della nazionale Under 21, assiduo frequentatore della stanza dei bottoni. Era in predicato di entrare nel gruppo dirigenziale, però dopo l’ostracismo al suo candidato Ciro Ferrara sembra si sia raffreddato. Vedremo.
OCCASIONE – Tornando a Stroppa, in attesa di vederlo all’opera va registrata una sua tendenza ruffiana che in questi casi non guasta. «Da grande volevo fare l’allenatore, è passato un treno e l’ho preso al volo. Non mi interessa se per il Pescara ero la terza, quarta o quinta scelta, ciò che conta è che adesso sono qui» . Ancora applausi, anche dal seminascosto diesse Delli Carri, novello deus ex machina.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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