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L’analisi tattica. Il Napoli batte il Parma grazie alla corsia di sinistra

Napoli-Parma ha bisogno d’un assaggio di gara per mettere in chiaro le differenze sostanziali pure nel possesso palla (58,5 per gli azzurri al 93′) ma soprattutto sostenute da una forbice nelle conclusioni (18 contro 3) che testimonia l’approccio ad un match mai equilibrato.

UOMO OVUNQUE. Chi s’intrufola nella nottata facendo avvertire la propria presenza è Walter Gargano, gioca una infinità di palloni (86 passaggi), ne sbaglia quasi nessuno (solo il 5,8%) e si stacca dal gruppo (Ghoulam, il più attivo dopo l’uruguayano, è a 78), mettendoci non soltanto la faccia ma anche un «accanimento» che sa di messaggio per Doha e per un posto da voler contendere a chiunque, Jorginho o Inler, considerato inattaccabile David Lopez.

DISTANZE. Il Napoli ha una linea non relativamente alta e due esterni offensivi che sostengono l’equilibrio della mediana, mai in affanno, capace di concedere una sola possibilità (a Lodi, nella ripresa, ma nessuna è nello specchio della porta) e di permettere a Rafael di uscire «sano e salvo», dopo quattro partite in cui ha sempre subito, persino al San Paolo (tre con il Cagliari, due con l’Empoli). Eppure manca il regista «classico», c’è fase di interdizione che Gargano e David Lopez assicurano attraverso la propria animosità e magari sarà anche perché il Parma è inconsistente.

RIECCOLO. E’ anche la serata di Dries Mertens, che può riassaporrare la felicità per un gol: segna su rigore, è vero, ma era dal diciotto maggio (doppietta al Verona) che stava in astinenza e sette mesi sono un’enormità per chiunque, figurarsi per un attaccante. Ma il Napoli, in generale, corre sempre in avanti, ondeggia con i suoi quattro uomini d’attacco dalla trequarti in su, trascina i difensori in prossimità del cerchio di centrocampo, lascia che i laterali (Maggio e Ghoulam) attacchino lo spazio e comprime il Parma, costringendolo ad indietreggiare ben oltre la propria volontà e quella vivacità che non s’avverte neanche in Cassano, un «falso nueve» che però risulta anche la figura più avanzata. Il resto è variabile: un terzo posto riconquistato, aspettando però che chi precede (la Lazio, il Genoa e la Sampdoria) se la sbrighino (rispettivamente a Milano con l’Inter, a Torino contro i granata e con l’Udinese a Marassi): però stavolta serviva «abbattere» il tabù del San Paolo, da quarantasette giorni senza un successo.

Fonte: Corriere dello Sport
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