Per dare una spiegazione logica al capitombolo di Parma e ai tanti alti e bassi del Napoli penso occorra scomodare Freud. Il ricorso al fondatore della psicanalisi è funzionale per adottare un metodo che consenta di risalire alle cause di certi comportanti schizofrenici. Freud ci dice che per dare una spiegazione al concatenarsi dei fatti occorre seguire la via opposta: solo l’analisi delle premesse ci consentirà di capire se il risultato finale era l’unico possibile o, al contrario, se ne sarebbe potuto determinare un altro magari elaborando soluzioni diverse grazie all’analisi stessa. Questo approccio, direi scientifico, dovrebbe aiutarci a disegnare scenari possibili anche per il futuro. Per questo non aspettatevi oggi una sintesi degli episodi di Parma-Napoli ma piuttosto una disamina di come la squadra è arrivata ad affrontare, e poi perdere, la partita.
Il Napoli ha un disegno tattico e dei principi di gioco ben definiti, che reitera nel tempo al di là dell’importanza del match e del gradiente di difficoltà dell’incontro. Gioca nello stesso modo in campionato e in coppa, in casa e in trasferta, contro le provinciali e contro le squadre di prima fascia. Concentrato nella ricerca di se stesso, il Napoli ha perso di visto però quasi sempre il contesto. Sarebbero bastati a volte piccoli accorgimenti per avere esiti diversi in molte partite. Ad esempio era evidente che il Parma si difendeva al centro e attaccava sulle fasce. Sarebbe bastato allargare di più il gioco per creare qualche varco e qualche cross in più (come nell’ultimo quarto di gara). Sarebbe bastato tenere più vicini Ghoulam e Insigne per evitare che Cassani potesse sfruttare quei 30 metri per determinare la superiorità numerica in fascia. Sarebbe bastato, infine, bloccare Inler davanti alla difesa (come contro la Juve) per impedire a Parolo o Acquah di infilarsi liberamente tra le linee.
Il Napoli non pensa mai al sistema di gioco e alle strategie adottate dall’altra squadra, né tantomeno alle caratteristiche individuali dei giocatori a cui si contrappone. Sapeva lo staff tecnico azzurro che Parolo aveva fatto 7 gol, prima di quest’ultimo, quasi sempre inserendosi da dietro sugli attacchi dalla fasce? La fase difensiva era stata studiata per affrontare questa specifica situazione? Penso che in Italia un calcio privo di un sufficiente tasso di pragmatismo non sia competitivo. Può dare qualche grande soddisfazione nel momento in cui tutti i tasselli si incastrano alla perfezione, vedi le best practise casalinghe contro Dortmund, Roma (in Coppa) e Juve, ma che alla lunga la scarsa adattabilità alle contingenze è un fattore penalizzante la continuità dei risultati.
Sul dualismo utopia-pragmatica si innesta il problema tattico che il 4-2-3-1 crea sia ad Hamsik, sia a Higuain. I due giocatori, ancora una volta sostituiti, non si intendono se stanno a distanza troppo ravvicinata. Ma Benitez non fa nulla per agevolarne la convivenza. Da tempo sostengo che il 4-3-3 sarebbe il modulo più funzionale per entrambi. Hamsik potrebbe, partendo venti metri più indietro, dare supporto al centrocampo, dirottando Inler a protezione della difesa e permettendo agli esterni di stare più alti senza dover ogni volta rincorrere i terzini avversari. Avrebbe inoltre la possibilità di attaccare la porta senza dargli sempre le spalle e senza essere marcato a uomo, come ha fatto ad esempio a tratti Paletta. In un attacco con un tridente puro anche Higuain avrebbe tanti benefici. Sarebbe l’unico vertice centrale della manovra e potrebbe avere un raggio d’azione più ampio. Potrebbe andare incontro al portatore di palla e portare in giro i difensori avversari creando gli spazi per l’attacco alla profondità di Mertens, Callejon e dello stesso Hamsik. Non avrebbe, come avviene ora, sempre lo slovacco ad ostruire le traiettorie di passaggio verso di lui. Questo però vorrebbe dire per Benitez venire incontro alle caratteristiche individuali dei giocatori a discapito della sua Idea. La crescita definitiva del Napoli passerà solo attraverso la definitiva rottura con tutti i giocatori della vecchia gestione a favore di giocatori scelti su misura.
Fonte: Il Mattino.
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