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L’analisi tattica di Bacconi: Hamsik gioca meglio senza Higuain. Meglio cederlo per prendere una punta

Il Napoli ritrova la vittoria in una trasferta apparentemente ostica anche per fattori ambientali dopo due sconfitte con Porto e Fiorentina pesantissime al livello morale. Ma al di là del risultato e della buona prestazione Benitez può tornare dalla trasferta siciliana con alcuni buoni insegnamenti per il futuro.
La formazione scesa in campo al Massimino è il frutto di un turn-over scientifico che ha il chiaro intento di preservare le energie di alcuni uomini chiave per la sfida con la Juve. Una partita-test che dirà la verità sul reale spessore del Napoli e sugli aggiustamenti da fare con il mercato per compensare il gap rispetto ai bianconeri.
Fuori Albiol, Inler e Higuain, la colonna vertebrale della squadra, ma il gioco degli azzurri non ne risente, anzi. La manovra è fluida, veloce, efficace. Gli innesti danno qualcosa di nuovo, di utile, di inatteso. Henrique sulla fascia destra spinge molto. Jorginho senza la cappa di Inler prende in mano il centrocampo e fa girare palla con lucidità. E Duvan Zapata, al di là dei gol, offre una prestazione incoraggiante e aiuta a scavare sul grande tema dell’anno: la fallimentare stagione di Marek Hamsik. Zapata si muove meno “incontro” rispetto ad Higuain, si offre invece come terminale avanzato. Così impedisce alla linea difensiva avversaria di alzarsi e di accorciare lo spazio con quella mediana. Hamsik può quindi muoversi su una trequarti meno claustrofobica diventando più incisivo e continuo. Hamsik gioca meglio quando non c’è Higuain e il Pipita si esprime al massimo quando al suo fianco c’è un attaccante “vero”. Per questo il Napoli dovrebbe cedere Hamsik nel prossimo mercato per comprare un attaccante che sappia attaccare gli spazi e giochi prevalentemente girato verso la porta, alla Cavani. Come il Niño Torres, un centravanti di grande spessore internazionale, molto legato a Benitez e che non sta trovando molto spazio nel Chelsea di Mourinho che gli ha preferito il vecchio Eto’o. La partita dice che il Napoli funziona meglio quando riesce ad andare in ampiezza prima di attaccare la profondità (vedi gol di Callejon sul lancio da sinistra di Insigne) e che quindi la giocata filtrante tra le linee può servire non solo per andare subito in porta ma anche per costringere gli avversari a stringersi per lasciare sguarnite le corsie esterne (vedi primo gol di Zapata e gol capolavoro di Henrique, entrambi ispirati da Hamsik). Certo non è possibile contro una squadra allo sbando come il Catania prendere due gol e rischiare di subirne altrettanti. La fase difensiva continua a fare acqua. Manca un giocatore di personalità che comandi il reparto. Nessuno dei tre centrali ruotati in questa stagione ha dimostrato di avere queste qualità, nemmeno Albiol, che dopo un buon avvio di stagione ha dimostrato di poter essere un buon gregario e ritrovare il suo livello prestativo solo con al suo fianco un vero leader, cosa che oggi non c’è.

Fonte: Il Mattino.

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