La telenovela Hamsik continua. Benitez non cambia modulo, ma sceglie una delle due opzioni paventate in sede di analisi dopo la gara con il Porto. Hamsik punta centrale al fianco di Higuain, pronto ad attaccare la profondità. Una soluzione che consente al Pipita di retrocedere a prendersi palla dove ritiene più opportuno, giocando di sponda coi compagni o cercando lui stesso la rifinitura. L’esempio migliore a metà del primo tempo. Inler intercetta un pallone vagante e lo allarga subito a Insigne che accelera centralmente. Mentre Higuain si defila a destra Hamsik gli incrocia la traiettoria di corsa smarcandosi all’esterno di Gonzalo Rodriguez. L’assist è preciso ma la conclusione debole e troppo prevedibile per poter ingannare un gatto come Neto, ancora una volta tra i migliori in campo.
Al 28’ Higuain è ancora tre le linee, giocata in verticale per Hamsik spalle alla porta. L’ex bresciano cerca di girarsi ma viene contrato. La palla è recuperata da Jorginho che serve nuovamente Hamsik. Conclusione questa volta di sinistro e da fuori area. Neto non si scompone. Hamsik si impegna in un ruolo non suo, lo scatto non è quello dei giorni migliori, lo stress da prestazione elevato. Ma, nonostante tutto, i meccanismi funzionano. Si assiste a mezz’ora di calcio accettabile con la Fiorentina a fare da spettatore non pagante.
La palla viaggia soprattutto nei corridoi centrali dove si butta con buone intuizioni e ottimo sincronismo anche Insigne. Resta un po’ isolato a destra Callejon che perde anche al 36’ la palla che da in via libera all’azione che cambia la storia della partita. È Aquilani (ottimo come vice-Pizarro) a rubargli palla e servire subito Pasqual. Il capitano viola cerca Gomez che sposta con la punta del piede la palla mettendo fuori tempo Albiol. Lo spagnolo prima lo stende, poi commette una grave leggerezza fermandosi ad aspettare il fischio dell’arbitro invece di rincorrere la palla. Tagliavento vede con la coda dell’occhio l’arrivo veemente di Bakic e sospende la decisione. Ghoulam è preso di infilata e lo rincorre da tergo. La dinamica veloce dell’azione induce l’arbitro a considerare l’intervento in scivolata da dietro e da ultimo uomo anche se forse il terzino azzurro tocca anche la palla. La conseguente espulsione risulterà alla lunga decisiva. Benitez opta per il 4-4-1, abbassa Callejon sulla linea difensiva e Hamsik su quella mediana. Finisce così qui l’esperimento dello slovacco punta avanzata. Higuain resta l’unica punta. Il Napoli termina in attacco il primo tempo, ignaro dell’inferiorità numerica, spingendo sulle fasce con Callejon e Reveillere (ora a sinistra), forse meglio di prima.
Nella ripresa la strategia cambia un po’. Ora è la Fiorentina a giostrare palla in zona avanzata con più continuità con il Napoli però mai arrendevole e sempre pronto a ripartire con entrambe le catene esterne. Già al 3’ Insigne si invola centralmente steso al limite da Gonzalo che però si becca solo il giallo. Lorenzinho, sempre molto attivo, riparte anche al 13’ ma Joaquin gli scippa la palla proprio sul più bello. Insomma il Napoli è più incisivo e meriterebbe il vantaggio anche in dieci. Callejon prova a scavalcare Neto anche da metà campo e poco dopo scappa al controllo di Cuadrado e Pasqual e spara ancora. Ancora Neto presente. Solo negli ultimi venti minuti la Fiorentina cambia passo. Molto del merito è dei cambi voluti da Montella. Matri, Vargas e Ilicic stravolgono il disegno tattico della squadra. La Fiorentina è ora in campo con il 4-2-3-1, se di difesa “a quattro” si può parlare visto che il terzino destro si chiama Cuadrado. Dall’altra parte, Benitez sente sfuggirgli il terreno dai piedi e provvede a fare sostituzioni conservative che lo portano nel finale a togliere anche Higuain. Behrami va in difesa, Callejon davanti. Il Napoli ammaina bandiera bianca. La Fiorentina esonda sulle fasce, in particolare a destra con la catena Cuadrado-Joaquin che prima serve un cross al bacio per Matri, che sbaglia la mira di testa, poi insacca a porta vuota capitalizzando un preciso cambio di gioco di Pasqual, con Reina in giro per l’area di rigore.
Fonte: Il Mattino.
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