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L’analisi tattica di Bacconi: “Giusta la scelta di Pandev. Dzemaili sempre in difficoltà”

Il gol al 10′ diciamolo è tutto dell’arbitro spagnolo Carballo. La trasformazione dal dischetto di Reus cambia il destino tattico della partita, permettendo al Dortmund di rimpiattarsi nella propria metà campo e giocare di rimessa, valorizzando al massimo la tecnica in velocità dei suoi fenomenali trequartisti. La strategia annunciata da Benitez alla vigilia “difendiamo bene e ripartiamo” salta subito per aria. Il Napoli che aveva avuto un ottimo approccio alla partita, andando a prendersi il pallone nella metà campo avversaria con aggressività e coesione, ha comunque una buona tenuta mentale anche dopo lo svantaggio. Il giocatore più prezioso è quello meno atteso alla vigilia: Pandev, infatti, sui rinvii di Weidenfeller, si posiziona con Higuain in marcatura sui centrali tedeschi per impedire l’inizio azione basso. Ma il “2 contro 2” centrale è utile al Napoli anche in fase offensiva. Al 23′ Pandev riceve la sponda da Higuain e aggira in torsione il lento Bender, prima di battere debolmente a rete. Più tardi il macedone sbaglia un assist facile per il Pepita sempre dopo aver vinto il duello corpo a corpo con l’avversario. Anche Mertens e Callejon possono stare abbastanza alti sulle fasce tanto il Dortmund nel mezzo ha solo due giocatori (non tre come nelle precedenti debacle contro Juve e Parma). Così Behrami può esercitare un pressing forsennato in mezzo al campo. Il problema è dietro di lui nel castello difensivo. Dzemaili che non ha il ritmo partita e si fa disorientare facilmente dalle combinazione rapide impostate quasi sempre da Mkhitaryan, non riuscendo quindi a coprire adeguatamente lo spazio tra le proprie linee. La partita è un susseguirsi di emozioni. Niente si può rimproverare questa volta al Napoli costretto ad inseguire a testa bassa. La trama più bella al 29′ quando Higuain, come suo solito, retrocede a ricevere palla, si gira e serve sulla corsa Callejon. Lo schema, ormai prevedibile, riesce per la dormita di Drum. Il terzino scivola e lascia il corridoio libero all’ex madridista che ignora le opzioni Pandev e Mertens preferendo la soluzione più difficile. Dribbling secco sul malcapitato Bender e conclusione ad incrociare sul secondo palo (nel senso letterale del termine). Il Dortmund crea altre occasioni grazie a tre fattori: la possibilità di giocare in contropiede, la qualità altissima dei suoi attaccanti, la fragilità cronica dei quattro difensori del Napoli. Armero e Maggio alternano spunti coraggiosi a topiche tremende. Il terzino sinistro in particolare lascia troppo spazio alle sue spalle. Nel secondo tempo il Napoli sembra accusare anche il grosso dispendio energetico del pressing sviluppato nei primi 45′. Mertens e Callejon non trovano mai i tempi di attacco alla porta. La squadra è più lunga e le ripartenze dei padroni di casa più frequenti. Le palle gol si susseguono. Reina fa gli straordinari dimostrandosi un genio nel prevedere quello che potrà succedere dalle sue parti. Al quarto d’ora il trittico emotivo del match, prima che Benitez faccia qualche cambio. Primo brivido: Dzemaili perde l’ennesimo pallone sulla trequarti. Mkhitaryan riparte in serpentina seminando il panico prima di tirare quasi a botta sicura ma Reina è lì di fronte a lui in piedi e fuori dall’area di porta. In questo modo stringe l’angolo di tiro e arriva a deviare la palla quel tanto che basta. La palla torna nell’altra metà campo. Callejon si accentra (finalmente) e riceve palla tra le linee premiando con un pallonetto il “corto-lungo” di Pandev e Higuain. È ancora beffata la coppia centrale tedesca ma Higuain sbaglia il match-ball. Neanche il tempo di imprecare che Reus semina in successione l’ansimante Dzemaili ed i pachidermici Fernandez e Albiol. Il “2 contro 1” è concluso questa volta in gol da Blaszczykowski. La gara termina qui. La rete di Insigne serve solo ad aumentare il rammarico. Servirà un’impresa con l’Arsenal per evitare un’eliminazione che sarebbe comunque a testa alta.

Fonte: Il Mattino

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