La partita è iniziata da una manciata di minuti. Hamsik poco oltre la linea mediana rientra e serve in orizzontale Inler. Arriva in appoggio subito Jorginho che si infila tra Onazi e Ledesma prima di servire in verticale Higuain. Palla ancora dietro per all’ex scaligero, pallonetto immediato per Insigne. Konko allontana ma il Napoli è tutto lì. Inler recupera e serve ancora Jorginho. Filtrante secco per il taglio di Higuain che impegna Berisha.
In questo fraseggio c’è tutto il nuovo centrocampo del Napoli uscito dal mercato di gennaio. Più qualità con l’arrivo di Jorginho e più sostanza con un Hamsik a tutto campo e non più seconda punta. In particolare è Inler a trarre i maggiori da giovamenti da questo nuovo assetto tattico in cui ricopre una posizione più centrale e più bassa. Al 17’ si dimostra nuovamente ispirato con un lancio in fascia a liberare Callejon per Higuain anticipato in scivolata da Ciani. Due minuti dopo è lo svizzero stesso ad andare al tiro dalla distanza dopo un possesso palla prolungato.
La Lazio è decisamente in soggezione. Non trova le contromisure proprio in quella zona centrale dove spesso durante la stagione in Napoli ha sofferto. Benitez chiede ai suoi di alternare il palleggio rasoterra ai lanci lunghi sugli esterni cercando di sorprendere Konko e Lulic alle spalle. Infatti Reja scegli ancora il 3-4-2-1, un modulo che ha il proprio punto di debolezza sulle fasce se gli esterni non sono particolarmente accorti.
Questa opzione scatta ancora al 29’ e ancora parte dai piedi di Inler che scavalca tutti pescando Callejon al limite dell’area di rigore. Purtroppo il suo controllo non è felice. Il Napoli è padrone del campo. Jorginho, posizionato sul centro-destra dimostra di avere buona personalità e ottima visione di gioco. Diventa addirittura protagonista nel finale di frazione. Al 38’ salta Onazi e smarca di esterno destro Callejon, il cui ennesimo cross radente obbliga ancora la difesa laziale agli straordinari. Poi arriva due volte di seguito al tiro, il suo calcio effettato su schema d’angolo finisce sul palo. Il pubblico applaude l’italo-brasiliano, nonostante un primo tempo senza gol.
Nonostante i cambi la squadra di Reja non cambia atteggiamento nella ripresa, l’unico che riesce con la sua velocità a mettere in difficoltà la difesa del Napoli sarà Keita, un ragazzo, classe 95, veramente niente male. Il Napoli continua a trovare i giusti angoli di gioco per dare fluidità alla sua azione. Già al 5’ su suggerimento verticale del solito Jorginho Novaretti entra in modo dubbio in tackle scivolato su Higuain. La frequenza degli attacchi dei padroni di casa si intensifica. Manca forse un po’ la spinta dei terzini. Ma Reveillere non ha la gamba e Maggio deve preoccuparsi di Keita. Allora è Benitez a prendere provvedimenti. Dopo l’ennesima apertura di Jorginho lisciata da Insigne anche per il campo sempre più scivoloso, il tecnico decide di togliere proprio il pupillo di casa per dare spazio a Mertens. L’ingresso di Pandev per Hamsik ridisegna il Napoli secondo il classico 4-2-3-1.
I partenopei hanno più benzina e fioccano le occasioni. La Lazio è ormai tutta dentro la propria metà campo. Il gol è maturo e arriva con pieno merito e con la solita dinamica vista per quasi tutta la partita. Mentre Jorginho appoggia ad Inler, Maggio abbandona la prudenza che aveva contraddistinto la sua prestazione e si butta i n fascia sorprendendo Lulic (attratto da Callejon) e Keita. Puntuale arriva il lancio a scavalcare dello svizzero. Dalla mischia che ne consegue la palla schizza proprio sul destro di Callejon la cui conclusione è corretta di giustezza da Higuain con una volèe di tacco, un gesto istintivo ma apprezzabile anche dal punto di vista stilistico. Una vittoria che apre nuovi scenari sempre che la squadra sappia confermare questa ritrovata compattezza già dalle prossime gare.
Fonte: Il Mattino.
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