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L’analisi del match di Bacconi

Il duo dà la scossa e il gruppo ritrova il gol

Ai raggi x l’incontro di Coppa fatta da Adriano Bacconi:

“L’Inter non vale il Manchester City in questo momento e la Coppa Italia non è neanche una lontana parente della Champions League, eppure la posta in palio tra Napoli e Inter era altissima. Il Napoli doveva fugare i dubbi sul rendimento di Inler e del pacchetto arretrato; Ranieri dimostrare che l’Inter non sa solo chiudersi e ripartire ma anche elaborare qualche trama di gioco decente. Ma quando la tensione si taglia col coltello l’undici titolare di Mazzarri difficilmente tradisce le aspettative. La formula ad eliminazione diretta acuisce le responsabilità di giocatori e tecnici cosicchè nei primi 15 minuti si vedono solo lanci lunghi dalla retrovie con molti giocatori sotto la linea della palla e gli attaccanti abbandonati più o meno a se stessi.

Ranieri sembra non avere fretta, la scelta di partenza è per una squadra prudente con due linee di 4 giocatori abbottonati nella propria metà campo e la coppia d’attacco Milito-Sneijder che deve improvvisare qualcosa. Ma l’olandese non è una punta e per fare qualche giocata delle sue retrocede molto col risultato di isolare ancor più Milito. Campagnaro e Aronica godendo della superiorità numerica si sentono sicuri e lo anticipano con una certa facilità.
Così il Napoli col passare dei minuti prende coraggio. Sono i brevilinei Gargano e Lavezzi a dare la scossa. L’uruguaiano oltre ai polmoni ci mette anche i piedi. Al 5′ e al 15′ sono i suoi cambi di gioco lunghi a lanciare Maggio in area di rigore (foto 1) e al 19′ una sua punzione centrale fa correre un brivido lungo la schiena a Castellazzi. L’uomo in più è comunque sempre Lavezzi il cui recupero completo obbliga inizialmente Pandev, il giocatore più in forma del momento, a sedersi in panchina. El Pocho parte, come suo solito, in serpentine palla al piede anche da molto lontano saltando sistematicamente l’uomo prima di dialogare coi compagni. Nel primo tempo si contano almeno 5 azioni spettacolari del Napoli partite dai suoi piedi. L’Inter, in affanno, ricorre al fallo sistematico ma non può impedire alcune combinazioni con Hamsik, spesso libero tra le linee nonostante l’atteggiamento guardingo dei nerazzurri che mettono il naso oltre la metà campo solo sporadicamente, come al 39′ quando è Inler a perdere palla regalando una chance in contropiede.
Il finale di tempo dei padroni di casa è in crescendo così Ranieri nell’intervallo corre ai ripari e, come già fatto con successo contro la Lazio, cambia modulo passando a 4-3-1-2. Fuori Obi dentro Alvarez nel ruolo di trequarista. Mazzarri, soddisfatto dei suoi, non apporta modifiche all’assetto iniziale.
La sensazione immediata è che l’Inter tragga beneficio dal cambiamento. Il baricentro è più alto, la manovra più fluida. Ma sono solo sensazioni. Non faccio neanche in tempo ad appuntarmele che la partita si sblocca. È proprio l’uomo più discusso, Inler, a fare la mossa giusta alzandosi in pressing su Thiago Motta (foto 2) e favorendo il recupero di Cavani (abulico anche lui come lo svizzero nella prima frazione di gioco). L’attaccante guizza in area e l’oriundo di Prandelli completa la frittata agganciandolo nettamente. Rigore che Cavani stesso trasforma cacciando i fantasmi di Siena.
La reazione dell’Inter è immediata, si impossessa del centrocampo e attacca a testa bassa. L’azione più discussa del match al 56′ è provocata da un altro paradosso. Questa volta è Gargano, uno dei migliori in campo, a sbagliare completamente l’anticipo su Alvarez che può ripartire centralmente (foto 3). Il pallonetto pesca Milito solo in area. Maggio irrompe alle spalle chiudendo in extremis la diagonale. Il contatto c’è, ma per l’arbitro Celi non è sufficiente a pareggiare il conto dei rigori.
Inizia il momento più difficile del Napoli che per 15′ soffre la posizione di Alvarez che si muove molto cucendo il gioco dell’Inter e creando spesso la superiorità numerica nella zona centrale. Una fase della partita che trova il suo culmine al 68′ quando è proprio il giovane talento argentino, servito in area da Sneijder a fallire il gol da distanza ravvicinata. Da pochi minuti intanto aveva fatto il suo ingresso in campo Pandev per l’esausto Lavezzi. Il macedone, come già a Siena, riesce subito a posizionarsi in modo efficace tra le linee e a combinare bene con Hamsik e Cavani. ll Napoli ritrova fiducia e incisività. Ranieri rischia il tutto per tutto. Con l’ingresso di Zarate passa al 4-2-3-1, cercando la rimonta in mischia, ma esponendosi fatalmente al contropiede. Nel finale flipper le occasioni si susseguono da una parte e dall’altra finchè ancora Cavani non chiude il conto proprio sui titoli di coda”.

 

Fonte: Il Mattino

 

La Redazione

P.S.

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