Sbarcò nella Capitale nel 2011, all’età di 19 anni, ed era un ragazzo alla ricerca del futuro. Adesso il ‘Coco’ è diventato uomo. Dopo due stagioni nella Roma, il trasferimento al Tottenham nel 2013. Domenica l’ingresso in campo al 71’ e rigore del pareggio conquistato. Tra una settimana Erik Lamela tornerà in Italia, ma solo per affrontare la Juventus. Un brutto infortunio lo ha tenuto lontano dal campo per tre mesi: “Ho avuto problemi alle anche. I medici hanno detto che erano anomalie congenite, che mi portavo dietro dalla nascita. Con il calcio la situazione è peggiorata e sono stato costretto a fermarmi. Ho cercato di evitare le operazioni con la fisioterapia e mi sono affidato ad un fisioterapista di assoluta fiducia, Damiano Stefanini. Lavora a Roma e per questo motivo sono tornato in Italia qualche mese. La situazione è migliorata, ma non è bastato. A quel punto, ho dovuto accettare la realtà degli interventi chirurgici: ben due, non uno. Dopo è iniziato un lungo percorso di rieducazione, fino al ritorno in campo. Ora sto bene”.
Tra una settimana c’è la sfida di Champions in casa della Juventus: “Io sono ottimista. Penso che possiamo farcela. Alla fine possono essere i dettagli a decidere chi passerà il turno. La Juventus è fortissima, ha giocato due finali Champions nelle ultime tre stagioni, ma anche noi siamo forti. Il 2-2 di Liverpool può darci una spinta in più – racconta l’argentino in un’intervista alla Gazzetta dello Sport”.
Tante squadre hanno cercato Erik, ma tra queste non c’è la Juve: “Non c’è mai stato niente. L’Inter? Io quando gioco penso a dove sto e al Tottenham mi trovo benissimo. In questi 5 anni si è creato un bel gruppo. La squadra è in ascesa e vivo in una città che adoro come Londra. Quanto è stato importante Pochettino in queste stagioni? È argentino e può capire quanto non sia facile per un ragazzo che viene da lontano ambientarsi in un Paese con una cultura differente dalla nostra. Io all’inizio ho avuto molti problemi: lingua, infortuni, calcio diverso. Dopo il primo anno, molte persone mi dissero ‘Erik cambia, lascia l’Inghilterra’. Io non ho voluto mollare. Per me questa era una sfida. Se sto ancora qui, ci ho visto giusto”.
Infine sull’esperienza alla Roma: “E’ stato il mio primo club all’estero. A Roma mi sono sentito bene, posso dire solo questo”.
Il resto dell’intervista potrete trovarlo sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport.
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