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L’amarcord: quella conquista della finale europea grazie alla monetina scelta da Facchetti

Per 24 volte gli azzurri a Napoli, bottino largamente positivo 13 vittorie

L’amore tra Napoli e la Nazionale comincia nel lontano 1932, nel pieno dell’era fascista. L’Italia di Pozzo che poi avrebbe trionfato nei mondiali del ’34 e nel ’38 batte per 3-0 la Svizzera: tra gli azzurri c’erano due idoli di quel Napoli, Vojak e Sallustro ma la tripletta è di Fedullo. Napoli e l’Italia si sono un po’ persi di vista, tanto che negli ultimi 10 anni gli azzurri hanno giocato al San Paolo solo due volte, contro la Serbia e Lituania: due pareggi, entrambi per 1-1. Con i lituani, il 2 settembre del 2006, il debutto ufficiale di Donadoni sulla panchina con cui Lippi, appena due mesi prima, aveva trionfato in Germania. L’esordio dei campioni del mondo finì con modesto pareggio (1-1 gol di Inzaghi).
Ventiquattro i precedenti della Nazionale a Napoli (l’esordio al San Paolo nel dicembre del 1965, 3-0 alla Scozia per gli azzurri del ct Edmondo Fabbri), con un bilancio largamente positivo (13 successi, 7 pareggi e solo 4 ko). Sconfitte quasi tutte indolore: come quella per 2-3 contro la Danimarca (a Euro2000 ci andammo lo stesso) e in due amichevoli (con l’Austria nel 1960 e proprio con la Francia nel ’94 con gol di Djorkaeff). Il crollo con la Svezia, nell’ottobre del 1983 (3-0) non ci costò il pass ai campionato europei che si svolgevano in Francia: la qualificazione, quell’Italia di Bearzot, l’aveva già compromessa prima.
Le giornate più tristi vissute a Fuorigrotta sono coincise con due pareggi, poi divenute sconfitte ma solo ai calci di rigore: la prima con la Cecoslovacchia, il 21 giugno del 1980 (tempi regolamentari finiti 1-1) costò il terzo posto e la medaglia di bronzo agli Europei organizzati in casa. Rigori fatali anche con l’Argentina, il 3 luglio del 1990: nella semifinale dei campionati del mondo. Lo stadio, quel giorno, aveva il cuore diviso esattamente a metà: dall’altra parte c’era l’eroe di Napoli, Diego Maradona.
Nella storia anche quel 5 giugno del 1968: semifinale degli Europei (poi vinti) contro l’Urss. Il gol della qualificazione venne firmato da capitan Facchetti. Non sul campo ma nello spogliatoio: scelse il lato giusto della monetina nel sorteggio. Nel novembre del ’69, l’Italia si gioca la qualificazione ai mondiali messicani in una sorta di spareggio con la Germania Est (3-0): segnano Mazzola, Domenghini e Riva. Stadio sempre pieno. Come il 15 novembre del 1997, per la supersfida con la Russia, playoff per i Mondiali: finì 1-0, gol di Casiraghi. A Mosca bastò un pareggio.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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