Le cronache dell’epoca parlano di una battaglia. Esposito colpito duro al 22’ che si rialza come se niente fosse e riprende a giocare, la panchina del Napoli continuamente provocata fino alla rissa finale con degli estranei entrati in campo. In campo poliziotti con elmetti e cani lupo. Il clima ad Oporto non era dei migliori quel 6 novembre 1974, ritorno dei sedicesimi di Coppa Uefa. All’andata il Napoli aveva vinto 1-0. Quel Porto era la squadra del peruviano Cubillas, primo in classifica, reduce dalla vittoria 1-0 sul campo del Benfica e che aveva perso solo due partite in tre mesi. Entrambe di coppa: contro il Wolverhampton e contro il Napoli. Vinicio che promise un Napoli “alla brasiliana” schierò Carmignani, Orlandini, Landini, Burgnich, La Palma, Esposito, Massa, Juliano, Clerici, Cané, Braglia. In panchina Favaro, Punziano, Masiello, Albano e Ferradini. Il tecnico lusitano Almoré Moreira elogiò Vinicio: “Il Napoli è la squadra meno italiana fra tutte le squadre italiane. Da voi il calcio è 70 per cento difesa e 30 per cento attacco. Il Napoli è equilibrato, 50 e 50, spero possa vincere il campionato». In tribuna all’andata l’emissario di Bernardini, Bearzot. Partita decisa al 32’ della ripresa: Juliano lanciò in contropiede Clerici, che entrò in area di rigore, sbilanciò il portiere avversario e mandò la palla nel sacco a fil di palo.
Fonte: Il Mattino
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