Parma. Fine della corsa. Stavolta il Tardini, dove gli azzurri avevano vinto nelle ultime loro tre esibizioni, riserva una grande amarezza. Il secondo posto dista ormai ben dodici punti. Praticamente impossibile poter pensare a una rimonta nelle ultime sei partite: la Roma dovrebbe crollare e il Napoli non sbagliare più neanche un colpo. A Parma il Napoli è fiacco, privo di ritmo e brillantezza, la brutta copia della squadra capace di schiantare la Juve dei record. Soprattutto la squadra di Benitez dà l’impressione di essere scarica e conferma il grande difetto di tutta la stagione: la mancanza di continuità, l’incapacità di ripetere le grandi prestazioni che offre negli appuntamenti di primo livello contro avversari normali. Una squadra con troppi alti e bassi, il problema che ha caratterizzato l’intera stagione: si spiega così la distanza siderale dal primo posto. Troppo poco il generoso arrembaggio finale e il più che sospetto fallo da rigore di Mirante su Zapata per salvare una prestazione decisamente sotto tono: ci sta tutto il sesto ko stagionale, il quarto in trasferta dopo quelli con Juve, Roma e Atalanta. Parma che quest’anno si conferma formazione indigesta a Benitez e bissa il successo del San Paolo. Il primo tempo è piatto, pochi sussulti, zero emozioni. Il Napoli amministra il giro palla ma il ritmo è troppo lento, difficoltà acuite dalla disposizione del Parma: tutti dietro la linea della palla gli uomini di Donadoni. Al Parma mancano i due big in attacco, l’indisponibile Cassano e lo squalificato Amauri. E così la squadra di casa ha un atteggiamento più accorto del solito provando ad azionare in ripartenza Schelotto e Biabiany, la strategia riesce poco perché il Napoli copre bene e sulle fasce Henrique e Ghoulam si fanno rispettare in fase difensiva. Partita molto tattica, chiusi tutti gli spazi, duelli arcigni a tutto campo. Paletta, coadiuvato da Felipe, toglie respiro a Higuain, decisi sugli esterni anche Cassani e Molinaro su Insigne e Callejon. E così di occasioni gol vere e proprie non se ne vedono: alla squadra di Benitez manca precisione nell’ultimo guizzo, il Parma non arriva praticamente mai dalle parti di Reina e l’azione più pericolosa nasce in ripartenza, da un calcio d’angolo mal sfruttato dal Napoli, con perfetta chiusura in scivolata di Fernandez. La trama palla a terra richiesta da Benitez nei primi 45 minuti non dà grandi benefici e a sveltire l’azione ci pensa un paio di volte Reina con il suo lancio lungo precisissimo con i piedi direttamente sulla punta. Un solo vero tiro vero la porta di Mirante, stabiese doc che sogna il Mondiale, il gol di testa di Fernandez (9′ pt) annullato per un evidente posizione di fuorigioco sulla punizione calciata da Insigne. In avvio di ripresa il Napoli avanza un po’ il baricentro e il Parma ha qualche spazio in più quando recupera palla per ripartire, una fiammata di Biabiany chiama Reina e un’uscita decisiva a mano aperta a centro area. E dalla prima vera azione palla a terra del Parma, arriva la rete di Parolo (10′) su perfetta palla in mezzo servita da Cassani. Dopo il gol del vantaggio il Parma diventa sempre più arcigno e ricorre al fallo tattico sistematico, fioccano le ammonizioni, anche Higuain è toccato duro da Felipe. Doppio cambio di Rafa: fuori Callejon e Higuain (l’argentino non la prende bene e s’arrabbia al momento di rientrare in panchina), dentro Mertens e Zapata. Toglie i due big d’attacco Benitez, poco brillanti, al pari però di tutti gli altri. Il Napoli nel finale prova a reagire. L’attaccante colombiano evita Mirante in uscita e cade: vuole il rigore, che sembra davvero esserci, invece l’arbitro lo ammonisce per simulazione. Esce anche Hamsik e tocca a Pandev. Spunto di Mertens, vivacissimo, palla sul secondo palo dove arriva Inisgne che calcia fuori (35′ st) da ottima posizione. Un altro brivido, il colpo di testa di Zapata alto per un soffio sulla traversa. La rimonta non riesce. Il Napoli esce a testa bassa dal Tardini e con la Champions League diretta da considerare ormai sfumata.
Fonte: Il Mattino
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