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L’alleanza delle curve “nemiche” nel segno dei cori contro Napoli. Beretta: «Per il mondo in Italia è emergenza razzismo»

E ora attenzione alle provocazioni delle curve. A quella voglia di mettersi tutti insieme (finalmente, sia pure per un motivo sbagliato) per cercare di ridicolizzare i provvedimenti anti-razzismo che il giudice sportivo sta applicando in questo inizio di stagione. C’è un patto, evidente. Una strana alleanza tra il tifo bianconero, rossonero e interista. A cui si è aggiunto la solidarietà di quelli del Genoa. Ieri c’è stato l’affondo ufficiale degli ultrà della Juve che minacciano di recarsi a Firenze unicamente per intonare la puntuale canzoncina contro Napoli e i napoletani e provocare, a catena, la chiusura della curva. All’interno di un comunicato diffuso da alcuni gruppi (Gruppo tradizione, Antichi Valori, Fighters e Curva Sud Scirea), gli ultrà bianconeri si sono opposti «ai provvedimenti intrapresi dalla Procura federale riguardo i cori espressivi di discriminazione territoriale inferti al Milan e relativa tifoseria», definendoli «una condanna alla libera espressione di pensiero». 

Per primi erano stati quelli dell’Inter ad alzare la barricata poi a ruota tutti gli altri. Tra questi anche quelli del Genoa (storicamente nemici per la pelle con quelli del Milan) perché «i fatti di questi giorni vanno oltre i colori: colpiscono noi persone, noi tifosi, al di là dell’appartenenza calcistica».
Insomma, le curve «nemiche» si ritrovano alleate. E non è un caso se pure quella del Napoli, domenica contro il Livorno, ha esposto provocatoriamente degli striscioni anti-se stessi. Nel frattempo, ieri la Lega di Serie A ha ribadito la propria contrarietà alla chiusura totale degli stadi per i cori definiti di discriminazione territoriale. Il presidente Maurizio Beretta è stato molto chiaro. «Abbiamo spedito formalmente alla Federcalcio una lettera chiedendo di modificare la norma e convocare un Consiglio Federale».
Beretta chiarisce: questo non vuol dire dare il via libera agli insulti e farla fare franca. «Nessuno mai ha messo in dubbio le sanzioni ma rischiamo di consegnare le chiavi dello stadio e del campionato a delle piccole minoranze. La chiusura completa dello stadio è una cosa molto grave e negativa che va ripensata. Ben lungi dall’avere costituito un elemento di deterrenza, la chiusura dei settori per comportamenti razzisti o di discriminazione territoriale di frange di tifoseria rischia di diventare un elemento di sfida aperta verso le istituzioni o, peggio, di ricatto esplicito nei confronti delle società. C’è il rischio di consegnare gli stadi a delle minoranza». Nella lettera inviata alla Figc a nome di tutte le società, Beretta usa toni perentori: «La chiusura delle curve o di interi stadi rischia di diventare un elemento di sfida aperta verso le istituzioni o, peggio, di ricatto esplicito nei confronti delle società». Ma c’è dell’altro, secondo il presidente della Lega. «Quattro curve e uno stadio chiuso dopo sette giornate: in tutto il mondo c’è la convinzione che l’Italia sia travolta da un’emergenza razzismo, con gravi danni di immagine per tutti».
Tutti, intanto, attendono l’esito del ricorso presentato dal Milan. L’ad rossonero Adriano Galliani attende la risposta. «L’avvocato Cantamessa mi ha detto di dire solo che faremo ricorso in tutte le sedi. Secondo lui mi danno punizioni eterne se dico quello che penso…». Solidarietà anche dall’ad della Juve, Giuseppe Marotta. «La norma sulla discriminazione territoriale è stata interpretata da noi dirigenti forse con troppa leggerezza».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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