«Sono la donna più fiera del mondo, troppo». Una frase che dice tutto. A scriverla ieri su Twitter è stata Kathrin «Kat» Kerkhofs, la moglie di Mertens, dopo il poker del marito. Perché se la massima «dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna» vale in assoluto, a maggior ragione conta nel calcio. E, forse, per traslato in questo caso sarebbe: dietro l’amore per Napoli di Dries si cela quello altrettanto forte per la città di Kat. Perché i due ragazzi, biondi e solari entrambi, piccoli e allegri come pochi, si sono legati a doppio filo con la città, ne amano colori, cibo e luoghi. L’amore che unisce i due ragazzi belgi è fortissimo: si sono sposati il 26 giugno del 2015 ma la loro storia era nata molti anni fa, in Belgio, tant’è che hanno convissuto quasi subito e per diversi anni. Il loro impatto con Napoli è stato viscerale, da ragazzi passionali e amanti della vita e dei viaggi, a dispetto delle loro origini fiamminghe. «Non conoscevo una parola d’italiano, ma l’ho seguito subito e ci siamo calati nella realtà partenopea», ha riferito di recente Kat in una trasmissione tv. Non è un caso che i due, su spinta anche di lei, abbiano deciso di vivere in un appartamento panoramico di Posillipo insieme con la loro inseparabile cagnolina Juliette. L’integrazione con Napoli è stata graduale e poi totale: con Dries hanno imparato ad apprezzare il cibo e la città, passando varie giornate sul Lungomare e poi iniziando a girare l’intera Campania, prima da turisti e poi specie la signora con la missione di esplorare luoghi, cibo e vini per poi segnalarli ad amici e familiari. E così Kat ha trascinato Dries in Costiera, a Capri e a Ischia, alla Reggia di Caserta, nel centro storico di Napoli, essendosi appassionati della cultura e delle bellezze archeologiche campane.
Insieme hanno visitato l’archivio storico del Vomero, la Reggia di Caserta, il Parco Nazionale del Vesuvio, il Belvedere di San Martino, hanno camminato bendati in Piazza del Plebiscito e sono rimasti incantati da Pompei e Ercolano. Di questa passione hanno contagiato molti amici connazionali, spesso a Napoli ospiti dei Mertens. Ogni tanto la loro casa diventa un piccolo albergo, con tante amiche di Kat ma anche con i genitori di Dries (con cui a fine agosto hanno, per esempio, visitato Capri). Kat aveva anche deciso di aprire, sul tema, un blog (julietjourney.com) il cui articolo di apertura fece discutere e l’ha spinta a non aggiornare, ormai da tempo (due anni) il diario telematico. «Napoli – aveva scritto la Kerkhofs – è una delle città più sottovalutate d’Europa, se ti metti alle spalle il caos e l’immondizia potrai passare dei fantastici momenti. La frase di Goethe vedi Napoli e poi muori non potrebbe essere più appropriata, perché la bellezza della città va oltre ogni descrizione». Un modo, incompreso, che in realtà dimostra l’affetto per Napoli dei due ragazzi. Kat però non si è arresa: ha abbandonato il blog per evitare speculazioni ma non l’idea di divertirsi a diventare una sorta di guida turistica telematica. E così su twitter spesso pubblica guide su Napoli o un piccolo prontuario con riferimenti a luoghi, alberghi e ristoranti tipici. Nello scorso giugno ha postato, su www.vier.be (il sito di un’importante tv belga) un video in cui non solo si aggira tra i vicoli di San Gregorio Armeno per descrivere la tradizione dei presepi ma acquista la statuina che raffigura il marito. Lady Mertens, esattamente come il marito, è completamente innervata, anche in modo spiritoso, nel tessuto napoletano, visto che si filma quando guida in città o sfreccia con Dries su uno scooter mentre grida «Viva Napoli». Lo riferisce l’edizione odierna de Il Mattino
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