Dopo 48 ore di silenzio spezzate solo dallo sfogo su Twitter, ieri pomeriggio Yanina Screpante, compagna del calciatore del Napoli Ezequiel Lavezzi, ha formalmente denunciato la rapina del Rolex subita sabato notte. Negli uffici del commissariato Posillipo, la ragazza è stata accompagnata dal procuratore del Pocho, Alejandro Mazzoni a conclusione di una serie di contatti tra la Questura e i vertici della società.
Per tre volte infatti i poliziotti si erano presentati a casa Lavezzi per la denuncia. E Yanina, che inizialmente aveva spiegato di avere paura e di non ricordare niente, si è infine determinata a raccontare quegli istanti di terrore rivelando di essere stata rapinata anche di due bracciali d’oro.
Pochi i dettagli forniti dalla vittima. Indagini, già trasmesse alla sezione Antirapina della squadra mobile, che si annunciano difficili. Ma che la Procura di Napoli, su indicazione del procuratore aggiunto Giovanni Melillo, seguirà nell’ambito di un unico fascicolo del quale fanno già parte i due precedenti colpi messi a segno ai danni di calciatori del Napoli: il furto in casa di Edinson Cavani, avvenuto l’8 ottobre scorso, e la rapina subita dalla moglie di Marek Hamsik, affrontata il 22 novembre scorso dai banditi che si impossessarono della Bmw poi ritrovata grazie all’antifurto satellitare.
Nell’inchiesta, affidata al pm Stefano Capuano, lo stesso magistrato che ha rappresentato l’accusa nel processo Calciopoli, confluirà anche un quarto episodio, il furto della Fiat 500 della compagna del difensore Salvatore Aronica. Gli inquirenti tendono ad escludere l’ipotesi di un piano diretto a colpire i giocatori e il Calcio Napoli in un momento nel quale il club sta raccogliendo prestigiosi risultati in campo nazionale ed europeo. «Non c’è nessun elemento che possa far pensare a un disegno contro la squadra e la società», sottolinea il procuratore capo Giandomenico Lepore e sulla stessa linea si è espresso il questore Luigi Merolla. La scelta di affrontare unitariamente i quattro episodi, per giunta da parte del pool di pm che si occupa sia dei reati collegati alle manifestazioni sportive sia dei delitti commessi dalla criminalità non organizzata, consente però di approfondire il caso senza trascurare alcun indizio e dunque di individuare eventuali scenari più complessi rispetto a quello sin qui delineato.
Nella denuncia sottoscritta ieri pomeriggio, Yanina Screpante non ha saputo indicare il modello del Rolex rapinato. Ha spiegato che era un orologio da uomo del valore di circa cinquemila euro aggiungendo che era del Pocho Lavezzi. Dovrebbe trattarsi, secondo gli accertamenti della polizia, di un Exclusive. Ha riferito Yanina agli agenti: «Mi hanno strappato dal braccio due bracciali d’oro, ognuno dei quali vale 2.500 euro. Glieli avrei consegnati, ma loro me li hanno tirati via dal polso».
Quindi ha ricostruito sinteticamente di essere stata affrontata mentre l’auto era ferma davanti a un distributore di benzina chiuso lungo via Petrarca, all’una del mattino di domenica. La giovane modella, che era in compagnia di un amico, non si è accorta dei due banditi che dopo essersi avvicinati alla vettura le hanno puntato una pistola in faccia, strappato orologio e bracciali prima di allontanarsi senza dire una parola.
In commissariato i poliziotti le hanno mostrato numerose foto segnaletiche, ma senza esito. Yanina non ha potuto riconoscere nessuno perché, ha affermato, non era riuscita a distinguere quei volti nel buio della strada.
Fonte: Repubblica.it
La Redazione
M.V.
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