Quasi un intero campionato a guardare gli altri giocare. Paolo Cannavaro si allontana dal Napoli e viceversa: andrà a terminare la sua carriera altrove, anche se i problemi del mercato azzurro potrebbero spingere il club azzurro a costringerlo a restare fino a giugno. Lui, potesse, avrebbe già fatto le valigie. Benitez neppure lo considera più: basta leggere le ultime frasi pronunciate dal tecnico di Madrid e i riferimenti a Fernandez e Britos (e solo a loro) che di fatto lo relegano ai margini del gruppo. Inter, Lazio, Genoa in Italia, Betis Siviglia in Spagna hanno chiesto notizie su di lui. Peccato: sognava di diventare quello che per la Roma è Totti ma non sarà così. La bandiera sta per ammainarsi dopo nove stagioni, le ultime sette consecutive. Un totale di 278 presenze con la maglia azzurra (10 gol e un 23.701 minuti giocati), quinto posto assoluto nella classifica di tutti i tempi. «È impensabile andare avanti così per altri 4 mesi» ha detto Gaetano Fedele, il suo manager a RadioGoal. Quello di Paolo Cannavaro è un addio lunghissimo, pieno di grazia, lucentezza e arsenico, perché di solito il veleno è trasparente. Insapore e inodore: quando te ne accorgi è troppo tardi. Così è stato: due gare da titolare (con Sassuolo e Atalanta) e nulla di più. Non va in campo neanche per un minuto dal 18 ottobre, dalla sfida all’Olimpico con la Roma. Entrò in campo solo perché Britos si infortunò e fu iellato come poche altre volte. Se avesse potuto, il Napoli si sarebbe liberato di uno dei simboli della sua rinascita anche questa estate. Restò e pensava di poter convincere anche Benitez. Non ce l’ha fatta. Si allontana dal Napoli e viceversa. Un anno dolce-amaro, l’ultimo: il coinvolgimento nel processo Gianello, la condanna in primo grado, l’assoluzione in appello, la Champions conquistata da capitano. Sembra un epilogo romanzesco ma per Cannavaro junior tutt’altro che facili sono stati gli ultimi mesi di silenzio e lavoro duro che il difensore della Loggetta si è imposto. Messo ai margini della rosa già in autunno, Cannavaro non si è mai scoraggiato. Ha preso atto con stupore delle frasi di Rafa Benitez e ha deciso di non replicare («Difficile trovare difensori più forti di Fernandez e Britos»), si è morsicato la lingua quando lo spagnolo gli ha preferito, nelle gerarchie interne, quattro difensori su quattro (Uvini compreso). Oggi non esiste una sola possibilità che Cannavaro resti di sua volontà. Ma c’è un contratto che scade nel 2015. Quello di cui voleva il rinnovo questa estate proprio perché voleva restare a vita nel Napoli prima di congedarsi. Per lui sarà come andare via di casa. Intanto è infortunato: probabilmente non partirà neppure per Verona.
Fonte: Il Mattino
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