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L’addio al calcio di Calaiò: “Non ho rubato lo stipendio. A Napoli sono rimasto molto legato”

L'ex azzurro sarà un dirigente della Salernitana

Conferenza stampa, questa mattina, per l’attaccante Emanuele Calaiò che, come anticipato ieri, ha deciso di chiudere, vestendo la maglia della Salernitana, la sua avventura con il calcio giocato. Ora, sempre tra le fila granata, si dedicherà alla carriera di dirigente, al fianco del direttore sportivo Angelo Fabiani e del collaboratore Alberto Bianchi. Queste le sue parole: “E’ una decisione assolutamente mia, come sempre mi è capitato in carriera. Mi dispiace che parte della mia famiglia ci sia rimasta male, ma ho ragionato con la mia testa e sono convinto di aver preso la strada giusta. Anzitutto mi preme ringraziare tutti i presidenti, gli allenatori, i calciatori e i dirigenti che ho incontrato nella mia carriera: da ognuno ho imparato qualcosa, anche da chi non mi faceva giocare per scelta tecnica. Sono felicissimo di quello che ho fatto e non cambierei nulla, mi dispiace non aver raggiunto il traguardo dei 200 gol ma ho segnato molto e mi sono tolto la soddisfazione di vincere numerosi campionati. Tutti tatuati sulla mia pelle. A Napoli sono rimasto molto legato, fa piacere che una piazza così calorosa abbia imparato a stimarmi soprattutto come persona. Ora inizia questo nuovo viaggio e voglio dire grazie anche a mister Ventura che mi ha permesso di fare allenamento e di lavorare al fianco dei miei compagni durante il ritiro”.

Si fa notare a Calaiò, però, che a gennaio parlò di progetto biennale e di volontà di contribuire alla promozione in A della Salernitana. Del resto la sua presenza nella lista dei 18 fa capire che la dirigenza puntava su di lui anche come calciatore: “Posso assicurarvi che a gennaio e a giugno mi sono arrivate moltissime richieste, ma quando sposo un progetto intendo portarlo avanti. Voglio completare il mio percorso con la Salernitana, seppur in veste diversa. C’era già stato un discorso con la proprietà e con la dirigenza, ho soltanto anticipato i tempi perché ho avuto paura di ritrovarmi a giugno a girarmi i pollici in casa senza fare nulla. Non c’entra il discorso tecnico o fisico: a parte qualche acciacco mi sento benissimo, anche a Lecce sono sceso in campo per una ventina di minuti. Abbiamo soltanto deciso di anticipare a settembre quello che era già stabilito in vista della conclusione della stagione. Posso assicurarvi che la Campania è piena di talenti che vanno scoperti e valorizzati, a me spetterà questo compito e sono strafelice”.

Conclude: “La passata stagione? Ho fatto solo due gol e so che la gente si aspettava ben altro visto che ho sempre concluso i campionati in doppia cifra, ma non ho fatto il ritiro e questa cosa incide. Non ho rimpianti: se a 38 anni ti prospettano un nuovo lavoro e una prosecuzione di carriera in un’altra veste non puoi non pensarci… Dico che non ho rubato nessuno stipendio, c’erano proposte economiche più vantaggiose e club che, fino a 15 giorni fa, mi proponevano due anni di contratto”.

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