Così Andrea Chiavelli:
«Il Napoli il fair play finanziario lo ha nel Dna, per cinque anni consecutivi ha presentato bilanci in utile ma è pur vero che la società è nata dalle ceneri di un fallimento, cosa che se da un lato ha rappresentato un fattore di criticità, dall’altro ha rappresentato l’opportunità di crescere con i propri mezzi». Il consigliere delegato del Napoli, a Caserta nel corso della presentazione, organizzata nell’ambito della rassegna «I Magnifici 7», del libro «Fair play finanziario: fuori i cattivi» di Antonio Sanges, economista salernitano specializzato in materia di bilanci delle società sportive. Un’analisi approfondita, quella del dirigente azzurro, che ha spaziato dalla gestione della società «considerata sempre nel suo insieme» alla volontà di investire nel settore giovanile, «la scugnizzeria come l’ha definita De Laurentiis»; dalla necessità di interagire con il territorio allo stadio. «Di impianti ne abbiamo visti tanti – dice – per capire a quale modello ispirarci. Siamo stati in Germania, Inghilterra e Spagna. Abbiamo visitato pure lo Juventus Stadium. Per una capienza sostenibile vanno fatte riflessioni approfondite, cosa che stiamo facendo». Ma investire risorse nello stadio non rischia di pregiudicare l’equilibrio finanziario auspicato dall’Uefa e costringere a cedere campioni per fare cassa? «Se facessimo così non avremmo capito nulla. L’investimento deve essere sostenibile ma non a discapito della qualità della squadra». Chiavelli, poi, fa delle riflessioni sul progetto di Platini: «Va fatta chiarezza – conclude – sulle modalità di valutazione del rispetto delle norme. Bisogna definire con certezza le sanzioni e non affidarsi alla discrezionalità del panel che valuta. Gli investimenti nel breve periodo possono comportare perdite d’esercizio e ciò, in presenza di un piano industriale, andrebbe consentito per favorire la crescita in prospettiva».
All’incontro, moderato dal direttore generale dell’associazione «Economisti d’impresa», Sebastian Caputo, hanno partecipato il direttore generale della Lega di B, Paolo Bedin, che ha focalizzato l’attenzione sul marketing territoriale e sulle iniziative della Lega per favorire il fair play finanziario («Nel primo trimestre non sono giunte segnalazioni su Juve Stabia e Nocerina», dice), il sindaco Pio Del Gaudio, e il presidente della Otto Caserta, Francesco Gervasio, che ha illustrato le iniziative condotte per salvare il basket casertano.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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