Andrea D’Amico, procuratore di Mimmo Criscito, asso napoletano dello Zenit San Pietroburgo e fino a tre giorni fa difensore in lista nella Nazionale di Prandelli e poi ecluso, attacca a testa bassa: «Bonucci, anche lui indagato, resta in lista per gli Europei, per cui anche Criscito poteva rientrare nei convocati di Prandelli».
Invece, sono state fatte delle scelte.
«Il mio assistito è dispiaciuto voleva gli Europei».
Ci mancherebbe, però….
«Mimmo è molto sereno: non ha commesso nessun illecito. Ha dovuto rinunciare agli Europei solo perché fotografato. Era in corso un’indagine di droga in cui veniva seguita questa persona con cui è stato ripreso Criscito».
E quindi?
«Si poteva chiedere perché Mimmo fosse con questa persona non adesso ma cinque mesi fa. Gli Europei non glieli restituirà più nessuno».
Cosa andava fatto, secondo lei?
«Fossi stato in Prandelli lo avrei portato. L’avviso di garanzia non equivale a colpevolezza e poi perché il ragazzo aveva garantito di non aver fatto nulla».
Stava a Prandelli decidere?
«Se l’allenatore gli avesse creduto, lo avrebbe dovuto portare. Non ci sono intercettazioni, non ci sono testimonianze e sulla base di una fotografia credo sia ingiusto non farlo partecipare agli Europei. Nel momento in cui si decide di lasciare Criscito a casa, equivale a dire che il ragazzo è colpevole».
Che cosa vuol dire?
«Occorreva grossa prudenza perché ad oggi i processi prima di entrare nell’aula di tribunale vengono fatti a livello mediatico. È vero che bisognava tutelare la Nazionale ma bisognava tutelare anche il ragazzo».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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