E’ guerra nella carta stampata napoletana. Gli insulti volano violenti, sull’etere e in radio: “cornacchie e sciacalli” grida. Gli altri, gli accusati, rispondono con paroline e parolacce. Un livello davvero molto basso; uno status quo, che, comunque, incide e, non poco, sulle prestazioni della squadra. Tattiche, organico, riserve e non, titolari o meno sono niente a confronto di quanto sta influendo sui risultati e sui rapporti personali tra le persone che affollano il San Paolo, dalla tribuna stampa, alla mixed zone o alla press conferenze. In tutto questo, poi, pagano i soggetti nervosi. Mazzarri è uno di questi, De Sanctis ancora di più. Gli ignavi? Credono, loro, che nessuno li tocca. Invece, il Sommo Poeta, li mise all’Inferno. Peccato, davvero peccato. Napoli, in questo, non da lezione di stile. Aurelio, poi, invece, patron del glamour e dell’eleganza, cosa fa? Chissà?
I quotidiani del Nord c’informano pure che pochi producono a Napoli e moltissimi trafficano. I nostri conti in disavanzo. Per pareggiarli occorre l’apporto esterno. L’esterno – avverte chi scrive – è l’Italia. Quindi noi pure, o napoletani, o campani, o meridionali. Viene anche scoperto che fatichiamo due volte; per inventarci un lavoro e lavorare. Qual è il maggiore problema dei nostri problemi? “creare le condizioni e le occasioni per valorizzare nella Campania e per la Campania la materia grigia che per una ragione storica e sociologica è più cospicua di quanto non lo sia in altre regioni, non soltanto del Mezzogiorno”.
Materia grigia significa ragionare, criticare, obiettare, discutere. Ecco il motivo per il quale ci si accinge a fare questo mestiere. Personalmente mi sono reso perfettamente conto che non basta impadronirsi di una scrivania per stare a posto con la coscienza. Tutt’altro. La crisi degli organi di opinione pubblica napoletana prende l’avvio giusto da questo rilievo. Isolati (grazie alle scrivanie e agli stipendi) in pochi si sono accorti che il Paese e la Città cambiava e cambia volto e costume e hanno fatto quadrato appunto attorno alle ……. scrivanie.
L’unica speranza – ci viene detto profeticamente – è che una opinione pubblica resa più vigile e il ceto più vasto degli intellettuali e dei tecnici abbiano la forza di denunciare questo vecchio costume.
Napoli o diventa la guida della Regione o diventa città satellite di Roma! Potrà diventare la guida della Regione solo se la classe dirigente acquisterà coscienza del compito che deve svolgere. L’alternativa è ormai questa: Roma o Napoli.
Inserito in questo contesto proponiamo alle società campane e meridionali “Il Manifesto Sud”.
Il Sud, grazie alla Provincia, agiti dai suoi scogli, una vecchia e buona bandiera. Organizzino queste società una riunione tutta concentrata sulla “costruzione” di un discorso veramente meridionale.
Il calcio nostro, oggi ancora artigiano e l’urgenza di trasferirlo un gradino più su. Il Napoli e la sua politica al centro del dibattito. Il Napoli: o si rinnova, nel quadro appunto dei grandi mutamenti sociali e culturali che stanno avvenendo (sia pure tra tante indecisioni e sofferenze) o la Regione si indirizzerà verso altre soluzioni e smetterà di guardare al Napoli come alla società pilota.
Il Sud ha bisogno di nuove strutture, a tutti i livelli: è giusto che anche nel calcio si rinnovi. E’ compito dell’opinione pubblica agitare questi problemi. Lo potrà questo mai realizzare, che so?, un quotidiano sportivo di Roma? Non di certo: quelli di Roma fanno il centro sud e in realtà attendono che Napoli, malinconicamente, manchi ai suoi compiti per trasformarla appunto nel satellite che sappiamo. De Laurentiis questo lo ha capito bene ed anche la Regione.
Il Napoli, inteso nella sua organizzazione sociale economica deve prendere atto di iniziative che gli converrà da oggi in avanti patrocinare, insieme alla Juve Stabia, naturalmente.
Per fortuna il Napoli, nonostante sia stato severamente bastonato dai clivensi di Verona, è sempre lì, secondo in classifica.
Peccato, però, le nubi sul suo futuro. A tutt’oggi non si sa chi sarà l’allenatore del Napoli 2013 – 14 né tantomeno chi saranno i costruttori di giovani che il nuovo allenatore dovrà controllare e lanciare.
Il campionato del Napoli è estremamente vivo, come da tempo andiamo sostenendo, e, nonostante, le battute d’arresto, causate, in maniera principale, dal clima tossico di rapporti tesi, creati all’interno di questa nostra Società, produttrice di tensioni e di emozioni. Da Verona la brutta novella di una brusca fermata. Il proietto I.C. (Insigne – Cavani) caricato nel cannone che devono armeggiare e puntare sul bunker nerazzurro, i famosi Inler, Behrami e Hamsik. Per il resto tranquillità o quasi, con De Sanctis, Campagnaro, Britos e Cannavaro.
L’accoppiata Insigne – Cavani deve poggiare su una piattaforma in grado di “cercarla” in tutte le maniere. Potrebbe cioè avanzare Behrami recando, alla maniera dei “postini” il messaggio a domicilio; potrebbe raggiungerli Inler, con lo scambio corto o lungo (sempre preferibile); potrebbe riuscire allo stesso scopo Hamsik, con il suo magistrale cross dalla sinistra, oltre che con le sue invenzioni deliziose. Ma Insigne perché non punta al gol!
L’Atalanta, ovviamente, si chiuderà a bunker; inutile che Colantuono voglia farci capire asso per figura. Ha gli uomini per farlo, oltre che la necessità urgente di catturare qualche punto esterno.
Marino sogna un’altra terapia d’urto; Napoli spera che questa volta non ci riesca. C’è chi garantisce che molti continuano a telefonare a Marino, che come è noto è di Avellino.
La giornata può risultare, se si da un’occhiata al programma, parecchio favorevole al Napoli. Juve e Milan rispettivamente affidate all’ardente Matri e al polemico Balotelli. La legge di Milano, ovunque contestata, non sembra riesca ad imporsi sempre. Palermo ne approfitti. Se Mazzarri azzecca la piattaforma di lancio, in cui il più bravo manovratore resta Inler, forse domenica sera la classifica potrebbe dirci qualcosina di meglio. L’Atalanta va accortamente infilata, non certo aggredita, amici.
NANDO TROISE
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