Insigne era stato il primo ad abbracciarlo in occasione dei tre gol precedenti ed il primo anche ad andargli incontro quando, fallito il rigore, Cavani si disperava portandosi le mani al volto. Questo è il gruppo. Ma tra loro due, nella notte magica contro la Lazio, c’era qualcosa in più. C’era un patto speciale. Una promessa di un campione ad un aspirante campione. La promessa più semplice, una maglietta autografata. Quella numero sette che il Matador aveva stiracchiato per tre volte in occasione dei tre centri. Due giorni prima della partita, Insigne gliela aveva chiesta. Con rispetto e anche un po’ di timidezza. Cavani, invece, ci aveva scherzato: «Mica posso darti una maglietta qualsiasi. Ti regalerò la prima con cui farò gol». Insigne, scugnizzo furbo, aveva alzato la posta: «Me la darai mercoledì, dopo i due gol che segnerai alla Lazio». Bene, al primo Cavani lo aveva guardato da lontano e gli si era anche avvicinato. Al secondo, si era fiondato verso di lui. La scena era quella del “gigante” che sollevava il suo gioiello portafortuna. La profezia si era avverata.
Fonte: Monica Scozzafava per il “Corriere del Mezzogiorno”
La Redazione
C.T.
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