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La voglia di Lorenzo. Insigne brucia le tappe e già a marzo può tornare a lavorare in gruppo

Il folletto di Frattamaggiore segue alla letter ala tabella di marcia propostagli dai medici

NAPOLI – Scusate, sono momentaneamente assente. Anzi, “solo” momentaneamente. Solo un po’ di pazienza e ritorno. Più carico e voglioso di prima. Un pensiero particolarmente adatto al Lorenzinho che continua a bruciare tappe e mettere sempre meno giorni fra sé e la sospiratissima restituzione al campo. Mamma che sofferenza, però. Che tormento non essere sull’erba di Doha, cosa non avrebbe dato per tirare almeno uno dei rigori e metterla alle spalle di Buffon. «Ragazzi, io non potrò esserci. Vincetela anche per me». Detto fatto, dopo che tutti avevano letto e giocato anche per lui. Oltre che per Ciro, e naturalmente per i tifosi.

L’ANNO CHE VERRA’. In effetti che è già arrivato. Questione di ore. E allora, i buoni propositi ci sono tutti, la volontà inutile dire perché è cosa implicita. Ma ora prevale la spasmodica smania di accorciare quei tempi che inizialmente dovevano ammontare a cinque, sei mesi, e che paiono sempre più restringersi come un lavaggio dal programma sbagliato. E invece il programma pare essere proprio quello giusto. Lorenzo Insigne sta seguendo alla lettera la tabella di marcia stilata dallo staff medico, fatta di terapie mirate, piscina, palestra, e di comune accordo col professor Mariani che l’aveva operato a Villa Stuart il 10 novembre scorso, intervenendo sul crociato anteriore del ginocchio destro, partito durante il match Fiorentina-Napoli. E pare che il trottolino di Frattamaggiore, possa addirittura tornare ad allenarsi in gruppo a metà marzo. Così come in effetti aveva previsto il dott. De Nicola, già subito dopo l’intervento: «Insigne è forte, può bruciare i tempi. Tornerà più forte di prima, perché se il corpo è gestito dal cervello, il suo è a posto».

Sfortuna. In effetti da giugno a novembre erano state più spine che petali. Dopo l’entusiasmo per la chiamata di Prandelli, facevano seguito il flop mondiale, qualche malinteso (leggi Dimaro) e dissapori con la parte più intransigente della tifoseria. Con condimento di immeritati fischi per alcune prestazione sotto tono (di tutta la squadra) e poi, quando tutto pareva essersi risolto per il meglio (gol al Toro e forti progressi con Verona, Roma, Young Boys e Fiorentina per 25’), ecco il patatrac che mai t’aspetti. Ma niente scuse per il ritardo, poiché probabilmente tornerà in anticipo.

Fonte: Corriere dello Sport

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