L’equilibrio è la virtù da non perdere mai di vista in questo finale di stagione. A Napoli per molti si tratta di un concetto sconosciuto nel ping pong sterile tra l’esaltazione facile e la critica a prescindere. Il compito di Mazzarri in queste ultime nove partite è tenere salda la bussola, evitando che la squadra si faccia travolgere dalla variabilità del termometro dei sentimenti. Serve anche l’appoggio della società che non deve dare adito ai responsabili del clima tossico piombato nelle ultime settimane sulla società di De Laurentiis, che ha mostrato molte difficoltà nella gestione delle pressioni. La vittoria rende tutti più sereni ma sarebbe molto dannoso dimenticare quanto è successo non solo in quest’ultimo periodo negativo ma anche nell’altro calo di questa stagione, giunto nei mesi di Novembre e Dicembre. Si tratta di situazioni differenti ma con tanti punti in comune, all’epoca fu la vittoria di Siena a rappresentare la base della svolta, il successo in casa contro l’Atalanta può avere lo stesso valore nella costruzione dell’onda emotiva necessaria per il finale di stagione. In casa Napoli bisogna tenere ben saldi i nervi, attutire le tensioni piuttosto che alimentarle, tenere lontani quelli che sguazzano nel clima tossico, coloro i quali usano definire “cornacchie e sciacalli” i colleghi che si permettono di esprimere qualche critica alla società o all’allenatore, quelli che usano troppo e fuori luogo la parola destabilizzazione.
Il Napoli è nel mirino dei poteri forti del Nord che non gradiscono gli azzurri al secondo posto, davanti a società molto più potenti negli equilibri socio-economici di questo Paese; dalle parti di Castelvolturno bisogna continuare nella strategia di fare quadrato intorno alla causa, lavorando in un clima sereno e non di contrapposizione con la stampa o con altri soggetti esterni al club. Due stagioni fa il mirino era puntato su Mazzarri, con la campagna quotidiana sulle indiscrezioni reali riguardo al flirt tra il tecnico di San Vincenzo e la Roma e la Juventus. Questa volta invece nell’occhio del ciclone è finito Edinson Cavani, colpito con l’arma del gossip, usato da realtà editoriali di questo settore che danno spazio a voci di fine novembre proprio quando entra nel vivo la lotta per il secondo posto. Mazzarri e la squadra possono dare il contributo in tal senso: è fondamentale saper essere autocritici, verificare i tanti campanelli d’allarme che anche la sfida contro l’Atalanta ha messo in evidenza. I due gol subiti sono lo specchio di un calo d’attenzione nella fase difensiva, notato anche a Verona: sul primo Giorgi ha trovato lo spazio per far scattare Denis sul filo del fuorigioco(non certamente un brevilineo, ndr) con la difesa azzurra completamente schierata, sul secondo Cannavaro e Behrami non sono stati tempestivi nell’intervenire sugli sviluppi di un lancio dalla difesa ed anche De Sanctis poteva evitare un’uscita così avventata. Bisogna lavorare sulla concentrazione e sull’intensità, aspetti fondamentali per le ultime nove partite, facendo autocritica sui black-out che hanno permesso i gol dell’Atalanta e sul contraccolpo psicologico avvertito soprattutto dopo il primo gol della formazione bergamasca.
E’ importante anche portare a casa i tanti aspetti positivi della partita contro l’Atalanta. Non solo la vittoria ed i tre punti ma anche la prestazione è stata incoraggiante. Il Napoli è tornato a costruire molto in fase offensiva, ha ritrovato la capacità di attaccare tra le linee con i movimenti di Hamsik e Pandev e di chiudere la squadra avversaria nella propria trequarti tenendo sul ritmo e non sul possesso palla sterile ed orizzontale il dominio della gara. Mazzarri ha escogitato anche nuove soluzioni tattiche; non c’è stato solo il classico passaggio alla difesa a quattro con il cambio Armero-Gamberini. Sono arrivate altre innovazioni: Behrami schierato in alcuni frangenti del secondo tempo quasi sulla linea dei difensori al fianco di Cannavaro per far avanzare Campagnaro, bravo in più di un’occasione a gestire il passaggio tra le due fasi e a creare la superiorità numerica, l’inserimento di Insigne in posizione più avanzata rispetto alle altre gare. Senza compiti di copertura, il talento di Frattamaggiore è stato l’uomo in più, colui che produce la superiorità numerica e riesce ad essere devastante con la sua fantasia; da un suo spunto è nato il gol del 3-2. Le variazioni tattiche sono state fondamentali: non è un caso che il secondo ed il terzo gol siano stati realizzati pochi minuti dopo le sostituzioni. Il Napoli ha scompaginato le carte e sorpreso l’Atalanta ed in entrambe le occasioni c’è stato lo zampino dei nuovi entrati.
La partita va analizzata, però, in maniera complessiva; il gol su rigore dopo pochi minuti ha cambiato la partita. L’Atalanta, bravissima in altre circostanze ad arginare il Napoli, non poteva più impostare il gioco esclusivamente sulla fase di contenimento e, per cercare di essere propositiva, ha lasciato degli spazi agli azzurri. Il Napoli ha mostrato dei segnali di crescita dal punto di vista atletico ma sotto il profilo mentale si può definire un malato che ha intrapreso la strada della guarigione; il percorso da convalescenti è ancora lungo per potersi definire completamente sani. Non solo i black-out successivi ai due gol ma anche le tante occasioni da gol fallite denotano scarsa serenità; non c’è solo Cavani ma anche Hamsik e Pandev hanno sprecato molte opportunità sotto porta. La sosta porterà via da Napoli ben tredici nazionali (dodici della prima squadra più Radosevic), Mazzarri in conferenza stampa si è augurato che la squadra abbia la stessa reazione che arrivò dopo il successo di Siena ma allo stesso tempo si è definito preoccupato perché per molti giorni non avrà il controllo di tutti i suoi giocatori. Dopo la sosta, arriverà un ciclo complicato per il Napoli con la trasferta di Torino, la gara interna contro il Genoa in lotta per la salvezza e lo scontro diretto di San Siro contro il Milan. Per reggere il passo servirà autocritica, umiltà, equilibrio e nervi saldi. Il presidente De Laurentiis deve vigilare su questi aspetti se vuole ascoltare nuovamente la musichetta della Champions League al San Paolo. Alla quinta edizione del Premio Andrea Fortunato, con il Napoli pluripremiato, il patron ha lanciato dei messaggi chiari per il futuro: Mazzarri e Cavani sono pezzi importanti della sua avventura al Napoli, ma si pensa alla prossima stagione con la probabilità molto quotata che nessuno dei due sia più a Napoli. Il patron ha parlato di rosa competitiva per Mazzarri o per un altro allenatore, ha annunciato cinque acquisti ma prima di tutto ciò c’è una missione importante sia dal punto di vista sportivo che economico: blindare la Champions.
Ciro Troise
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