Il mare è condizione di vita e a un livornese (di san Vincenzo) la salsedine dà energia, trasmette buon umore, consegna sicurezza: benvenuti a Pozzuoli, l’orizzonte limpido che Walter Mazzarri gradisce osservare, le acque nelle quali specchiare i ricordi dell’infanzia toscana; Napoli è a due passi, sembra di sentirlo il san Paolo; e la cartolina è un invito alla spensieratezza, magari anche alla solitudine, per liberare i propri pensieri e scaricare la tensione d’un mondo ( il calcio) che assedia un giorno sì e l’altro pure. Pozzuoli è la valvola di sfogo di Mazzarri, la sua dimora galleggiante, perché casa è a Quarto, un paio di svolte appena, mentre al ristorante Europa si mangia (piatti preferiti: ovviamente pesce, qualche volta chianina, molto spesso pasta e patate, è ricorrente la mozzarella, dicono sia anche goloso, in particolare del babà) si sta in compagnia degli amici (Giuseppe Santoro, il team manager, che è praticamente la sua ombra assai silenziosa), prima di passeggiare, l’immancabile pacchetto di sigarette nelle mani e divagazioni sul 3-4-2-1.
IL PRECEDENTE – Pozzuoli non è una scelta a caso, perché fu lì che debuttò su una squadra professionistica, l’Acireale, con un pareggio. E lì ha abitato quando era il secondo di Renzo Ulivieri. Altrimenti c’è Castelvolturno, che poi è la seconda abitazione, o forse anche la prima, visto il tempo trascorso là dentro, nel proprio stanzino, nella sala video, a studiare gli avversari, ad aggiustare se stesso, a chiacchierare con Riccardo Bigon, a consumare le vigilie. Il triangolo quotidiano è in una manciata di chilometri governati dal chiodo fisso del calcio; poi, qualche lettura, un pochino di tv e nuvole di fumo in cui scrutare il futuro.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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