Ripartire da Palermo. O forse no. E’ questo il dubbio amletico che si ripresenta in casa Napoli dopo la sconfitta di sabato sera, in cui il drappello rosanero capitanato da Giuseppe Iachini ha letteralmente annichilito gli avversari. Non è bastata la voglia di reggere il passo del Barcellona in Europa per un Napoli che, nel 2015, in quanto a punti, era secondo solo allo squadrone di Luis Enrique. Affondato da tre reti e da una ottima prestazione della formazione di Iachini. Non si è dovuto sporcare le mani nemmeno il gioiello di casa Zamparini Paulo Dybala, autore di una prova comunque esaltante, perchè ci hanno pensato Lazaar, Vazquez e Rigoni a trafiggere Rafael, prima dell’inutile rete del sempre più integrato Gabbiadini. E dire che gli uomini di Benitez avevano i vantaggi del pronostico, dopo una convincente vittoria in casa al San Paolo e la contemporanea debacle rosanero a San Siro contro l’Inter di Mancini. E invece adesso bisogna fare i conti con i fantasmi del passato che puntuali riemergono ad ogni scossa patita. E giù a parlare di Rafael e della sua presunta imperizia, e di Hamsik non più leader del passato, e di Britos che non difende a dovere. Ora in Europa c’è il Trabzonspor, avversario “rognoso”, come è stato definito, ma domabile, soprattutto per un uomo che ha nel dna quel cinismo necessario per vincere qualcosa oltre i confini nostrani, e sperare in un futuro glorioso magari già da giugno. In panchina c’è quel certo Rafa Benitez che, come mostra la vignetta, sarà anche ingrassato con i tre cannoli di Palermo, ma ha la grandezza di riuscire a ripartire dalle sconfitte con la stessa tenacia di quanto riesca a fare con le più incredibili vittorie.
A cura di Danilo Zanghi
