L’umore di Napoli, così sensibile allo scirocco, s’intorbida; dopo la notevole impresa del girone di andata che ha inorgoglito Mazzarri fino alla stizza; nella conferenza stampa del dopo partita di Napoli – Parma, alla prima volta che osavo non condividerlo, in quella confusione caotica degli incontri del post gara, alla mia domanda se era preoccupato, dopo aver vinto a San Siro con l’Inter e per la prima volta nella storia del Napoli, con un calcio di rigore, assegnatoci da Rocchi, per un fallo, nettamente fuori area, perdere in casa con una squadra mediocre come il Parma (tantoché Colomba fu poi esonerato dalla dirigenza parmigiana ndc) e dare la colpa a Mazzoleni per non aver sanzionato tanti falli tattici, rispose così, stizzito: “mi dispiace che lei non condivide, oggi si è perso maggiormente per errori arbitrali……”. Spocchioso, ingrugnito. Non me lo aspettavo e stetti zitto. Ed era già avvenuta la partita di Milano. Le tre sberle date all’Inter……. . O, forse, non è piaciuto dei racconti che faccio: la tribuna stampa, il settore giovanile etc.
E adesso, altre sberle. Due minuti per prendere il gol di Candreva, sessantotto per il raddoppio della Lazio, con una grande invenzione di Mauri, all’80’, oscar della follia per Inler e Britos per il calcio di rigore regalato agli uomini di Reja, che chiudeva definitivamente la partita, rendendo vano l’ennesimo gol di Pandev.
Le sberle, devo dirlo, sono esplose sul volto, e sulle gambe ghiacciate del Napoli in maniera imprevista. La squadra, aveva dato, sia pure stravolta dai molti mutamenti imposti e non da Mazzarri, ancora una volta, dimostrazione di validità, aveva retto 45 minuti alla Juventus: è crollata di schianto. Le abbuffate con il Genoa ed in Coppa Italia con l’Inter nel periodo natalizio, sono ormai un lontano ricordo. La debacle è iniziata a Londra, nello Stamford Bridge: 18 gol nelle ultime sette partite; in campionato, invece, il Napoli ha subito 38 gol complessivi ma 14 nelle ultime sei. Non voglio entrare nel merito della gara, anche perché non ero da quelle bande. Mi permetto solo dire che, a mio avviso, la partita andava preparata meglio sul piano psicologico. Mazzarri invece, probabilmente, sulle euforiche ali dello spettacoloso girone di andata e anche perché costretto dal soprannumero di giocatori aveva dato a tutti (e soprattutto ai protagonisti del brillante girone di andata) perlomeno una sensazione di disinvoltura.
Aveva infatti, con prontezza eccessiva, richiamato in formazione Britos, Aronica e Dzemaili e si era preparato al prestigioso e difficile derby con la Lazio, con un disegno di squadra diverso. O almeno aveva questa impressione.
I calciatori hanno una mentalità sui generis. Una mentalità che pretende rispetto, specie quando il dovere risulta lo facciano per intero. La mia enorme stima per Mazzarri prende l’avvio, proprio dalle notevoli dimostrazioni offerte da questo tecnico nel campo di questa necessaria psicologia spicciola. Mazzarri si lega e lega a se la famiglia calcistica che gli viene affidata, con un senso di fedeltà e di riconoscenza che lo mette sempre al sicuro da qualsiasi manrovescio e crisi. Mazzarri può perdere partite su partite di seguito (ed in questo momento negativo ha perso due partite consecutive, fatto che non succedeva da parecchio e non vince dal 9 marzo, 6-3 al Cagliari) ma mai accade che venga messa in discussione la sua posizione. Ne deriva, da questo modo di procedere, un accrescimento del suo prestigio personale sensibilissimo. E così succede che il Napoli si ritrovi, dopo tanti trionfi, con il deretano per terra, ma Mazzarri non viene nemmeno sfiorato dalle critiche, della società intendo. Dalla pubblica opinione invece no, il trend si sta invertendo, sono molti ormai a non condividerlo più.
Mazzarri, comunque, tornando al fatto calcistico, si mantiene fedele al gruppo – base e immancabilmente il gruppo base, si riporta e lo riporta a galla. Mazzarri ha questi requisiti ma viene messo in difficoltà dal soprannumero di giocatori. Il gruppo base è composto per 9/11 dai calciatori acquistati da Pier Paolo Marino ed ironia della sorte, proprio contro il loro direttore sportivo dovranno riportare a galla il Napoli e Mazzarri.
In quanto all’impegno profuso da Hamsik e co. a Roma credo comunque non sia il caso di parlarne, e nemmeno a Torino; e poi non esageriamo con la venalità di giocatori, già abbastanza ricchi! Con l’Atalanta, questa sera, riprende il campionato, che è splendidamente in piedi e sul quale la concentrazione potrà essere massima, da oggi in avanti.
Il calendario ci riserva due insidiosi turni, Lecce fuori e Novara in casa, quindi la trasferta con la Roma. Il Napoli torna in campionato. E’ a tre punti dall’Udinese e a sei dalla Lazio, ad un punto ha la Roma. La Lazio va a Torino. Roma e Udinese se la vedranno tra di loro.
A mio modesto avviso il campionato è ancora aperto. E il Napoli, senza per questo dover favoleggiare di Champions, può condurre in porto un girone di ritorno spettacoloso.
Deve trovare un certo equilibrio, nel quale dovrà rientrare, senza turbarlo, Gargano ha le carte in regola per produrre un gioco migliore. Chiarisco che per migliore non intendo più bello ma più scarno. La settimana scorsa rilevai, non senza qualche preoccupazione, le insidie di una manovra che mi sembrava frutto di spontaneità e basta. Non la sconfitta di Roma, che poteva anche essere prevista, ma la robustezza del passivo inflitto al Napoli dalla squadra laziale, conferma in me quelle perplessità.
La compagine di Walter non poteva, né doveva prendere tre gol. Un corto circuito di tal genere può solo esplodere in un complesso che giochi appunto spontaneo. E si regga sulla disinvoltura e sulla freschezza atletica. Chi ha uno schema rimedia con quello alla stanchezza, che non escludo stia serpeggiando nel Napoli.
In parole povere esorterei Mazzarri a rendere meno fluida, pur non alterandone la semplicità, la manovra che sta producendo oggi la squadra. Una manovra che tende a ripetere, mi sembra, quella milanista. Cioè sorniona a centrocampo e rapida ed agile in attacco. Dove andremmo più cauti, ad esempio, è nell’arrembante gioco casalingo che sviluppano i pur bravi Maggio e Zuniga
Mazzarri può riuscirvi se riceverà la collaborazione affettuosa dei giocatori, con Inler in testa.
Tutti, in questi ultimi tempi si stanno affannando a scoprire il perché di questo periodo negativo che può, facciamo gli scongiuri, causare il fallimento del progetto di De Laurentiis. Illustri critici hanno sentenziato: “cambiare modulo: decisione sciagurata”; “processo solo per De Laurentiis”; “calano le tenebre”; “azzurri da horror, tutti sotto esame”; “ed ora possiamo parlare di crisi”.
Appostato a Castelvolturno il Napoli ripensa adesso al suo campionato che va adesso onorato con ancor più impegno. Atalanta e Lecce sembrano proprio fatte apposta per proseguire la corsa.
NANDO TROISE
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