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La “vendetta” di Insigne: arriva il gol del «terrone» che umilia i razzisti allo stadio

Il gol del terrone nello stadio più anti-napoletano d’Italia. Terrone, come chiamano con disprezzo rinnovato tutti quelli che da queste parti tracciano un solco distintivo tra Verona e tutto ciò che è sotto il Po. Eccolo, allora, l’unico terrone in campo segnare dopo averne sentite di ogni genere con relativo tumulto nel sangue. Lorenzo Insigne non scrive libri, ma quello di ieri sembra proprio uno di quei gol che potrebbe aprire la biografia del campioncino di Frattamaggiore. Un gol pieno di significati: in primo luogo perché lo ha fatto al Bentegodi, dove per tutto il tempo il pubblico giallo e blù (lo stesso colore di quelli del Chievo ma ben altro temperamento) non ha fatto che insultarlo. In quanto napoletano del Napoli. Ovvero, a vista degli ultrà, il peggio del peggio. E allora il Magnifico quando trova finalmente il colpo da rapace che inseguiva in campionato da 267 giorni, ha reagito da indemoniato, prendendo le mani e appoggiandole dietro alle orecchie. Un modo per dire: «Prego, cosa avete da dire adesso? Non vi sento». Il primo gol di Insigne in campionato coincide anche con il primo gol italiano di questo Napoli disegnato da Rafa sempre più internazionale. Sarà perché di italiani bravi ce ne sono pochi, e quelli che ci sono costano a peso d’oro, ma Lorenzo è rimasto uno di pochi del Napoli. Insigne non faceva gol dal minuto 94 di Napoli-Cagliari del 21 aprile. Da quel giorno, sempre e solo in serie A, il Napoli prima con Mazzarri e poi con Benitez in panchina ha segnato ben 51 gol, tutti stranieri: 9 di Higuain, 8 di Callejon e Hamsik, 7 di Pandev, 6 di Cavani, 5 di Dzemaili e Mertens, 2 di Inler ed 1 di Britos. Insomma, in questo mattanza del gol internazionale, mancava solo il tricolore. Il Magnifico da Frattamaggiore, col papà Carmine sempre al seguito e la moglie Jenny sempre a casa magari a vedere Domenica In o il talk show di Barbara D’Urso perché il calcio non lo vede mai volentieri, lo sfizio se l’è tolto proprio bene. Un gol facile facile, dopo averne sbagliati tanti negli ultimi tempi, in casa dell’Hellas. Un triplo hurrà, Con tanto di sfogo e cuoricino disegnato con le mani con dedica alla moglie. Voilà. Finalmente torna sereno il cielo di Insigne. Questo gol che non arrivava, questa dieta interminabile, lo aveva messo di cattivo umore. Negli ultimi tempi il muso era divenuto più triste e quegli occhietti sempre vispi un po’ meno felici. Benitez in persona, sotto gli occhi di tutti, sette giorni fa, dopo il successo con la Sampdoria lo aveva rincuorato. Per trovare una sua rete lontano dal San Paolo bisogna risalire addirittura all’11 novembre del 2012, contro il Genoa. Un’infinità di tempo per chi di professione fa l’attaccante. Rotto l’incantesimo, visto il pallone schiacciato in rete, per Lorenzo deve iniziare a spirare un vento nuovo. È una brezza che sa di ottimismo contagioso, di pensieri positivi, di convinzione d’un colpo ritrovata: del resto quasi 9 mesi senza fare gol (senza dimenticare, però, i due gol in Champions che non sono proprio un cattivo presagio) avrebbero depresso chiunque. Invece adesso si parla a cuor leggero di entrare tra gli attaccante che Prandelli porterà in Brasile. La corsa è spietata. Ma Lorenzo ha iniziato la volata nel migliore dei modi.

 

Fonte: Il Mattino

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