Il progetto, eh sì: l’anima vuota che scende in campo – spesso – nelle estati rovente da riempire con il bla-bla-bla; l’architrave in truciolato che riempie (talvolta) il nulla. Il progetto, ma sì: la prova provata della sua esistenza, la tangibile dimostrazione della sua presenza, la concreta rappresentazione delle idee. Si scrive progetto e però si legge Napoli, attraverso quell’esclusivo club dei centenari, il pilastro di granito su cui sono state poggiate una coppa Italia, due qualificazioni in Europa League, una passeggiata a tratti trionfale in Champions e però anche le promozioni dalla serie C alla serie B e dalla serie B alla serie A. Otto stagioni per timbrare quel progetto e viverlo davvero, senza finzioni, con dieci uomini che ormai costituiscono lo «zoccolo duro» sul quale insistere o comunque intorno al quale poi intervenire, per creare nuovi fedelissimi, destinati a durare.
DALLA POLVERE… – Il progetto era già in serie C, nelle corde d’un club che De Laurentiis e Marino attrezzano per resistere all’usura del tempo: Gianluca Grava atterra nel gennaio del 2005 e ora, sette anni dopo, la sua sagoma ondeggia ancora a Castelvolturno, con 176 presenze (complessive tra campionati e coppe) e una scalata che riempie d’orgoglio. Ieri, oggi, però anche domani: perché il progetto va avanti e contempla nell’organico Paolo Cannavaro, già 202 gare in campionato, 239 in totale, e un contratto in scadenza nel 2015; e perché al suo fianco, almeno sino al 2013, con opzione sino al 2014, resterà Salvatore Aronica, 106 partite d’azzurro vestito in serie A, altre venticinque tra coppa Italia e Vecchio Continente. Ma là dietro, in quel «clan» dei corazzieri, hanno compiuto un percorso d’assoluto rilievo pure Morgan De Sanctis e Hugo Campagnaro che nel loro triennio hanno raccolto rispettivamente 131 e 122 partite, la testimonianza di una affidabilità assoluta per un settore monolitico e duraturo.
ALL’ALTARE… – Il progetto nasce all’origine, si sviluppa e poi esplode definitivamente con l’avvento in serie A, quando il Napoli comincia a dare un’occhiata oltre frontiere, importa Gargano (a oggi, centonovantotto gare) e Lavezzi (che è a quota centottantotto), affianca loro lo slovacco Hamsik «bresciano» d’adozione che al termine del quinquennio di A scopre d’essere già una bandiera con duecentodiciotto presenze e un rinnovo che lo proietta (almeno) sino al 2016.
FASCE ELASTICHE – Il progetto è nei numeri che snocciola con fierezza Christian Maggio, centoventitré partite in campionato e altre trentuno in giro tra coppe varie, ma pure nell’exploit di Camilo Zuniga, un «diesel» che s’è imposto con lentezza e che adesso è a ottanta partite in serie A, cui sommarne altre ventiquattro, guadagnate nelle altre manifestazioni. I progetti hanno una data d’inizio, non conoscono fine: Andrea Dossena, a sinistra, è andato su e giù sulla corsia per novantaquattro partite complessive; Edinson Cavani ha scoperto a Napoli la sua vena prolifica: gli sono «bastate» novantacinque presenze per mettere assieme sessantasei reti. Nel club dei centenari c’è posto.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.