Alla conquista della Città Proibita: la Juve è avvertita. Avvertita da Goran il Macedone: il trascinatore, l’asso di coppe e campionati collezionati ed esibiti così, con una nonchalance e una serenità imbarazzanti. Da fuoriclasse vero. Beh, questa volta però la storia è diversa: Pandev tiene più del solito alla Supercoppa, anche perché sarà Pechino il teatro della finale. Un tabù: per lui, finora, è stata davvero proibita questa città. Letteralmente nel 2009, quando per i problemi con Lotito fu escluso dai convocati della Lazio per la sfida con l’Inter (poi vinta); in senso meno stretto nella stagione precedente, quando fu costretto a guardare dalla panchina la sconfitta dell’Inter con il Milan. E allora, la carica: «Vogliamo portare la Supercoppa a Napoli» . Chiarissimo.
CERCASI BIS – Mai banale, Goran. In campo come davanti ai microfoni di Radio Marte Stereo: «E’ importante cominciare subito bene, sin dalle amichevoli estive, ma è ovvio che ci stiamo preparando soprattutto in vista della partita dell’11 agosto con la Juve: faremo di tutto per vincere. Per portare il trofeo ai nostri tifosi» . Un tabù personale da sfatare e una gioia da bissare, dopo la vittoria di maggio in Coppa Italia: «Ho conquistato quattro volte questo trofeo, ma farlo a Napoli è stato straordinario. Speciale» . La più bella Coppa Italia della sua carriera, l’ha definita. «Ecco perché, anche se ho già vinto due volte la Supercoppa, voglio ripetere l’esperienza in questa città» .
SIGNORA PORTAFORTUNA – Se è vero che Pechino finora è stata proibita, è altrettanto sacrosanto che con la Juve gli è andata di lusso da quando indossa il vestito azzurro: due gol nella partita d’andata del campionato precedente, giocata da titolare un po’ a sorpresa dopo il forfait della domenica mattina di Cavani, e poi l’assist del 2-0 nella finale dell’Olimpico servito ad Hamsik da gran signore del calcio. «Sì, la Juve mi ha portato bene: spero di non fermarmi e di continuare a segnare. Sarà una partita molto difficile, ma noi puntiamo a un’altra impresa» .
SUPER MAZZARRI – Ha puntato dritto su di lui Mazzarri, che lo ha voluto fortemente alla base del suo progetto. E Pandev ha firmato con brindisi e gioia pura: «L’anno scorso le cose non andavano benissimo, ma ho avuto il sostegno di tutti: dall’allenatore al presidente, passando per i compagni. E’ difficile trovare uno spogliatoio e un gruppo come questi: tutto straordinario. Per restare a Napoli ho rifiutato offerte di club esteri: ho voluto soltanto l’azzurro» . La stima di Mazzarri ha pesato eccome: «Lui è un tecnico esigente, ma fa giocare benissimo le sue squadre ed esalta le qualità dei singoli. Visto da fuori ti fa incavolare, ma quando sei a stretto contatto e lavori con lui, ti accorgi che è una grande persona e un grandissimo allenatore. Maniacale nella cura dei dettagli tattici e attento ai rapporti umani» . E non solo: «Ci pesa di continuo! Ma la forma fisica è fondamentale: ora mi sento bene» .
LEO INSIGNE – Poi, corona a Insigne: «Nel dribbling mi ricorda Messi: Leo è il più forte al mondo, ma Lorenzo ha dimostrato grande personalità già all’esordio al San Paolo. Spero non senta la pressione, gli auguro una grande carriera» . Differenze con Lavezzi? «Tante, e poi sappiamo cos’è stato il Pocho per Napoli. Forse Lorenzo vede più la porta» .
SCUDETTO – Il sipario cala con la corsa al tricolore: «Le favorite? Milan, Inter? Le solite. Noi, però, ci siamo e ce la giochiamo: da quando è arrivato Mazzarri, questa squadra ha sempre fatto bene. Speriamo di divertire e di vincere qualcosa di importante» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
