Maremma che notte. Solo come i numeri primi o i numeri 1, di mestiere portiere, raccontati nei romanzi. E fu così che Napoli-Chelsea diventò una sfida uno contro uno: Walter contro Mazzarri. Contro se stesso e mille sigarette. Sembra una serata di playstation, e invece è il primo atto degli ottavi di Champions. Vissuto in solitudine imperfetta nell’angolo più alto e più buio del San Paolo: lontano dalla squadra. Con ansia e sofferenza, sì, ma anche con la gioia di un uomo isolato e squalificato ma ancora vincente.
L’HOTEL – E allora, la strana giornata e la strana partita di Mazzarri. Annunciato già un’ora prima dell’inizio della sfida in albergo, a Castelvolturno, in esilio volontario: «Vedrà la partita nella sua camera in hotel» , raccontano le versioni ufficiali. Possibile? Tutto è possibile, è ovvio e anche lecito, ma è davvero difficile immaginare il condottiero distante 40 chilometri dai suoi uomini: e infatti, il tecnico ha visto la gara nella porzione più buia e isolata del cosiddetto “dirigibile”, ovvero il gabbione che sovrasta la tribuna stampa. Comunque in un’area assolutamente consentita e per nulla in contrasto con le limitazioni imposte dalla squalifica.
CHE INFERNO! – La prima sigaretta, cioè l’ennesima di una giornata avvolta dal fumo di Londra, schizza scintille poco prima del fischio d’inizio: Mazzarri l’accende e aspira e sbuffa nell’angolino di una sorta di prigione senza sbarre. Un girone dantesco: è infernale, la sua serata. Quasi impossibile da raccontare, se non se ne conoscessero le abitudini: accendi e spegni, sbraita e correggi. Si ma chi? L’allenatore focoso e trascinatore è costretto all’isolamento. Solo contro tutti: lontano dai ragazzi, dall’allievo Frustalupi e dalla panchina. Servirebbe la telepatia per impartire input e istruzioni.
URLANDO AL CIELO – Agitazione ai massimi livelli, comunque: dal punto vivibile più alto del San Paolo, in quella sorta di gabbione di plexiglass e lamiera, Mazzarri ha saltato e s’è agitato. E ha battuto forte i pugni quando Mata ha tramutato in gelo il freddo di Napoli e poi ha esultato, a modo suo, quando il Pocho ha fatto il loco. A modo suo, sì: fumando e poi ancora. E urlando contro il cielo di plastica, manco fosse Ligabue, per gli errori dei suoi. Stritolati dall’emozione proprio come lui. Che alla fine del primo esplode gioiosa: 2-1. E nel secondo tempo addirittura straripante: 3-1! Dolce solitudine. Maremma che notte. Comunque indimenticabile. E pensare che è stata soltanto la prima.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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