Nel nome del popolo sovrano: chi salta con la gente, a questo punto, alla Juve non ci va. E così, dopo aver incassato una valanga di fischi e insulti sia nel corso del ritiro di Dimaro, sia nel corso della presentazione della squadra e al momento dell’ingresso in campo con il Galatasaray, Juan Camilo Zuniga ha prima segnato il gol del 2-1 – una rete cercata e voluta – e poi ha deciso di saltare per tre volte insieme con il popolo azzurro. In delirio. E saltellando saltellando, come un pugile sul ring che scioglie i muscoli, il colombiano ha anche fatto saltare i piani della Juventus: perché soltanto chi non salta è bianconero. Finale a sorpresa, allora, e tutto sommato molto lieto per Benitez e per la qualità della squadra: pace fatta, abbracci e baci, e poi a una croce grande così sulla questione. Lo ha deciso la gente, sì, non c’è che dire: è il San Paolo che lo ha tolto dal mercato e lo ha blindato. Perché? Semplice: diciamo la verità, se i tifosi del Napoli non hanno perdonato le voci di mercato – le voci e stop -, figuriamoci se quelli della Juve dimenticherebbero (eventualmente) il salto irriverente. E allora, la strana notte di Zuniga Camilo da Chigorodò. Un paesino colombiano di neanche sessantamila abitanti che, tra gli altri, fu fondato proprio da un avo del giocatore della Nazionale (José de los Santos Zuniga).
Camilo detto Cami, dicevamo, uno che se giocasse a scopone sarebbe un maestro dell’arte dello spariglio: perché lunedì, rispondendo all’invocazione dei sessantamila del San Paolo, che non chiedevano altro che un gesto di anti-juventinità, il jolly delle fasce s’è praticamente tolto dal mercato. E di certo ha costruito una diga tra sé e la Juve. Proprio come voleva il popolo. Poi a cena, tra la gente, da «Pizza Margherita» a Chiaia. Una storia singolare. Una storia destinata a lasciare un segno: dopo aver spinto la squadra milioni di volte, tifato all’inverosimile e vestito i panni del dodicesimo uomo in campo, il pubblico di Napoli è riuscito anche nell’impresa di scombinare una trattativa molto ben avviata, tanto per usare un eufemismo, tra la Juventus e il giocatore. In scadenza a giugno 2014 e fino a lunedì intenzionato a non accettare la proposta del club azzurro. Fino a lunedì, appunto: poi, la mano del San Paolo e il «chi non salta è bianconero» che vale un atto d’amore. Nel nome del popolo sovrano.
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